“L’ambasciatore Giampiero Massolo ha accettato di presiedere il Comitato promotore e con la sua autorevolezza e esperienza potrà dare un grande contributo a una sfida cruciale per Roma e per il Paese”. Così Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, annuncia a Repubblica la nomina del presidente del Comitato Expo2030. Al momento ci sono altre due città candidate: Mosca per la Russia e Busan per la Corea del Sud.
Massolo è nato a Varsavia nel 1954 (il padre era un diplomatico) e si è laureato in Scienze Politiche nel 1976. Dopo un’esperienza alla Fiat mentre preparava il concorso, nel 1978 lo vince ed entra in carriera diplomatica. Prima all’ambasciata presso la Santa Sede (1980-82), poi a Mosca (1982-85), alla rappresentanza permanente presso le (allora) Comunità Europee (1985-88). Negli anni ’90 torna a Roma: ufficio diplomatico di Palazzo Chigi con Andreotti, consigliere diplomatico aggiunto, e nel 1994 Berlusconi lo sceglie come segretario particolare, avendo bisogno di un tecnico (mai conosciuto prima) che lo aiutasse a muoversi nelle istituzioni durante il suo primissimo governo.
Confermato da Lamberto Dini, diventa capo del servizio stampa del Ministero degli Affari Esteri, ruolo che ricopre per cinque anni e lo porta in giro per gran parte delle sedi diplomatiche italiane nel mondo. Alla Farnesina è prima vice-segretario generale, poi responsabile degli Affari Politici, fino a diventare capo di gabinetto con Gianfranco Fini ministro (2004). Segnale ulteriore del suo profilo bipartisan, è Massimo D’Alema a promuoverlo segretario generale nel 2006, poco dopo la sua promozione ad ambasciatore di grado.
Mario Monti lo sceglie come capo del Dis, il dipartimento che coordina l’intelligence italiana, che guiderà dal 2012 al 2016, durante i governi Letta, Renzi e Gentiloni. In seguito, è nominato presidente Fincantieri e dell’Ispi, cariche che ricopre tutt’ora.