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Sergio Mattarella, tutti i volti da sfinge del nome di Renzi per il Quirinale

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Sergio Mattarella e Giorgio Napolitano
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Pietro Grasso, Matteo Renzi, Sergio Mattarella e Angelino Alfano
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Romano Prodi e Sergio Mattarella
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Sergio Mattarella e Nicola Mancino
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Sergio Mattarella e Rosa Russo Jervolino
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Sergio Mattarella

Oggi il Parlamento in seduta comune inizia a votare per eleggere il XXI Capo dello Stato italiano. Per nominare il successore di Giorgio Napolitano nelle prime tre votazioni serve una maggioranza di due terzi dell’assemblea. Matteo Renzi punta ad arrivare all’elezione alla quarta, sabato mattina, quando il quorum da raggiungere sarà più basso.

Renzi ieri ha aperto l’intervento davanti ai parlamentari dem rivendicando il ruolo centrale del Pd nella scelta del successore di Napolitano. Nel faccia a faccia, il premier e Berlusconi non arrivano a un accordo sul nome: oggi è previsto un nuovo incontro. Anche Fi alle prime tre votazioni lascerà scheda bianca, a differenza delle prime indicazioni per un voto di bandiera ad Antonio Martino.

Ieri sera, il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini ha annunciato che il candidato del partito è il giudice costituzionale Sergio Mattarella. Ma i conti non tornano sia in Forza Italia, sia in Ncd e sia nel Pd, come spiega Francesco Damato su Formiche.net.

Ecco i volti di Sergio Mattarella ed ecco come viene descritta la sua candidatura dal Corriere della Sera di oggi, in un articolo di Paolo Conti:

Sergio Mattarella, palermitano, classe 1941, è famoso tra i colleghi politici per il suo carattere freddo e distaccato. Forse per questa caratteristica umana ha attraversato molti mari politici senza mai uno scatto di nervi. Democristiano di tradizione familiare (suo padre era Bernardo, più volte ministro nella Prima Repubblica, e Piersanti suo fratello, presidente della Regione Sicilia, ucciso dalla mafia nel 1980) ha il primo scontro con Berlusconi dimettendosi da ministro della Pubblica istruzione nel 1990 (VI governo Andreotti) per protesta contro la legge Mammì, il via libera all’impero Fininvest. È uno dei fondatori dell’Ulivo di Romano Prodi e, prima ancora, del Partito popolare. Nel 1993 ha legato il suo nome alla riforma della legge elettorale in senso maggioritario, nota con l’appellativo Mattarellum inventato da Giovanni Sartori. Con Massimo D’Alema a Palazzo Chigi è vicepresidente del Consiglio e poi ministro della Difesa. Un altro scontro con Berlusconi risale all’ammissione di Forza Italia nel Partito popolare europeo, per Mattarella «un incubo irrazionale». Nell’aprile del 2008 esce dalla scena politica attiva. E il 5 ottobre 2011 viene eletto giudice della Corte costituzionale dal Parlamento riunito in seduta comune. 


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