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La visita di Sergio Mattarella ad Auschwitz. Le foto del Quirinale

“Siamo qui oggi a rendere omaggio e fare memoria dei milioni di cittadini assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei, che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine orrendo contro l’umanità. Un crimine atroce che non può conoscere né oblio né perdono”. Ieri il viaggio di Sergio Mattarella in Polonia ha fatto tappa al Museo di Auschwitz e successivamente la partecipazione alla Marcia dei Vivi, in cui Mattarella ha pronunciato un lungo discorso.

“In quattro anni, dal 1941 al 1945, in questo complesso furono assassinate centinaia di migliaia di persone, ben oltre un milione, in ragione della propria appartenenza a una fede, a una cultura, in ragione delle loro convinzioni o della loro condizione”, ha detto Mattarella. “Nei campi nazisti, oltre a milioni di ebrei, bersaglio di quella disumana macchina di orrore, anche oppositori politici, sinti, rom, disabili, omosessuali trovarono la morte nelle camere a gas, o per il freddo, la fatica, la fame e le malattie o, ancora, perché vittime di esperimenti criminali. Cittadini innocenti di ogni parte d’Europa furono tradotti bestialmente a questo luogo di morte. Un immenso cimitero senza tombe”.

Il Capo dello Stato, accompagnato dalla figlia Laura Mattarella, aveva accanto Tatiana e Andra Bucci, due sorelle sopravvissute agli orrori di Birkenau, e dei giovani studenti italiani.

“L’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo, l’antisemitismo, l’indifferenza, il delirio, la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli”, ha concluso Mattarella.

“Non può essere ammesso nessun cedimento alle manifestazioni di intolleranza e di violenza, nessun arretramento nella tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, base del nostro convivere pacifico. Chi aggredisce l’ordine internazionale fondato su questi principi deve sapere che i popoli liberi sono e saranno uniti e determinati nel difenderli. Cari sopravvissuti, care ragazze e cari ragazzi, autorità, oggi è il giorno dello Yom HaShoah, la giornata del Ricordo dell’Olocausto. Ricordare è dimensione di impegno. È dimostrazione che, contro gli araldi dell’oblio, la memoria vince. Per affermare l’orgoglio di voler essere ‘persone umane’.

Per ripetere – e ribadire – ‘mai più'”.



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