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L’addio di Umberto Pizzi a Michel Piccoli. Foto d’archivio

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Michel Piccoli, Ugo Tognazzi (1975)
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Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Juliette Gréco (1975)
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Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Juliette Gréco (1975)
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Michel Piccoli, Jane Birkin (1976)
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Michel Piccoli, Jane Birkin (1976)
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Michel Piccoli, Jane Birkin (1976)
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Michel Piccoli, Jane Birkin (1976)

“Dillinger è morto”, “La grande abbuffata” e ancora “Habemus Papam” di Nanni Moretti, ruolo che gli è valso il David di Donatello. Michel Piccoli, morto oggi all’età di 94 anni è conosciuto in Italia per questi titoli, ma è adorato da tutti quelli che amano il cinema francese.

Da dopo aver esordito a vent’anni con il film Sortilèges (Silenziosa minaccia, 1945) di Christian-Jaque, ha lavorato con Jean Renoir (French Cancan, 1954) a René Clair (Grandi manovre). Poi l’incontro con Luis Buñuel, con il quale collabora fra il ’56 e il ’74, protagonista, tra gli altri, di La selva dei dannati (1956). E ancora Il diario di una cameriera accanto a Jeanne Moreau, Bella di giorno (1967) con Catherine Deneuve, premiato con il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, Il fascino discreto della borghesia (1972).

Con Jean Luc Godard lavora nel film Il disprezzo (1963) dal romanzo di Alberto Moravia in cui è lo scrittore marito di Brigitte Bardot, Alain Resnais che lo contrappone a Yves Montand in La guerra è finita (1965), Agnès Varda (Les Créatures e Josephine). Lavora con tutti gli autori della Nouvelle vague, da Claude Chabrol a Claude Lelouch e Claude Sautet . È anche nel cast di Topaz (1969) di Alfred Hitchcock ed è stato diretto anche da Mario Bava, che lo trasforma nell’ispettore Ginko in Diabolik (1968).

Il riconoscimento più grande lo ottiene con Marco Bellocchio, grazie al quale si aggiudica la Palma d’oro di Cannes quale migliore attore per il film Salto nel vuoto nel 1980. Un altro premio, l’Orso d’Argento, arriva l’anno seguente per Gioco in villa di Pierre Granier-Deferre. Tra gli anni Ottanta e Novanta viene diretto da Ettore Scola, di nuovo da Godard, Liliana Cavani e ancora da Bellocchio e Malle, poi Jacques Rivette e Sergio Castellitto, fino alla sua prima regia con Train de nuit (1994). Nel 2011 Nanni Moretti lo sceglie per il ruolo del Papa depresso schiacciato dalle sue responsabilità in Habemus Papam. A Cannes, dove il film era stato presentato in concorso, Michel Piccoli aveva detto: “Ora basta, finire la mia carriera con Nanni Moretti sarebbe perfetto”.

Il regista lo ricorda così: “Se ne va un gigante del cinema e del teatro. È stato un grandissimo privilegio lavorare con una persona e un attore come Michel Piccoli. Sono quelle fortune che capitano una volta nella vita”.

(Testo: Askanews)

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata

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