È ufficiale: Augusto Minzolini è il nuovo direttore de “il Giornale”. Nato a Roma il 3 agosto 1958, dopo il liceo inizia a lavorare per l’agenzia Asca. Dopo una collaborazione con “Panorama”, passa alla “Stampa” diretta da Ezio Mauro, dove resta molti anni, prima come inviato poi come editorialista. Cronista parlamentare tra i più dotati, il “minzolinismo” è diventato sinonimo di retroscena con virgolettati più o meno apocrifi dei protagonisti del Palazzo.
Nominato direttore del Tg1 nel 2009, dopo due anni fu costretto a lasciare l’incarico per l’uso della carta di credito aziendale. Definì la mossa “una porcata”, usata come scusa per rimuoverlo dopo la caduta del governo Berlusconi che lo aveva voluto in Rai. Nel 2013 fu eletto senatore nelle liste del Pdl, ma nel 2018 non si ricandidò, tornando a fare il notista politico per “il Giornale”.
È stato nella federazione dei giovani comunisti, ma sostiene di essere stato espulso da Walter Veltroni. In quegli anni partecipò a due film di Nanni Moretti, Io sono un autarchico ed Ecce Bombo, in virtù della sua amicizia con la sorella del regista, che reclutava i giovani del movimento studentesco per fare le comparse.
Stefano Lorenzetto in Visti da Lontano raccontò il suo scoop sul “patto della crostata” tra Massimo D’Alema e Gianni Letta: “Inseguivo in motorino Massimo D’Alema. Lui se ne accorse e ordinò all’autista di depistarmi. Giunti al Foro Italico capii che girava in tondo perché vedeva nello specchietto retrovisore il doppio fanale del mio Italjet. Così decisi di guidare come un pazzo a fari spenti nella notte”. Dettò il pezzo a braccio e per allungarlo s’inventò il menù preparato dalla signora Letta. La crostata c’era davvero e riuscì a indovinare anche il secondo (“Non ricordo se spigola o vitello tonnato”).
Ha un figlio dalla sua ex moglie.