Maurizio Molinari, direttore del quotidiano torinese La Stampa, ha presentato ieri pomeriggio a Roma il suo nuovo libro “Il ritorno delle tribù” (Rizzoli) con la giornalista Lucia Annunziata e il ministro degli Esteri Angelino Alfano.
Secondo Molinari c’è un fenomeno che accomuna gli sconvolgimenti politici nel mondo occidentale come in Africa e Medio Oriente. Si tratta del tribalismo che pervade la società, cioè la rivolta, politica o militare che sia, delle tribù sociali che si uniscono nella lotta all’establishment e allo Stato nazionale.
“La differenza fra Arabia Saudita e Qatar è sui Fratelli Musulmani: la prima li considera dei nemici, il secondo degli alleati. Sono due modelli diversi di fede sunnita, in Arabia Saudita prevale l’aspetto religioso, nei Fratelli Musulmani quello politico. Lo scontro non è soltanto fra sauditi e qatarioti, ma fra due versioni opposte della fede sunnita, per questo è uno scontro durissimo e esistenziale”, ha detto Molinari in una intervista rilasciata a Formiche.net a margine della presentazione.
“Le tribù sono la chiave per la composizione della Libia, la diplomazia del deserto del governo italiano lo ha individuato, ma è stato solamente l’inizio del lavoro – ha spiegato ancora Molinari rispondendo alle domande di Francesco Bechis -. Avere a che fare con le tribù libiche è molto complesso, un processo lungo e difficile, le tribù contano molto sui rapporti personali, sull’impegno economico, sulla capacità delle istituzioni di essere presenti. Per uno Stato può essere molto difficile, ma non c’è alternativa. Il lavoro che stiamo facendo nel Sud del Fezzan è solamente l’inizio indispensabile di una nuova stagione di politica estera e di sicurezza che può durare una generazione” (continua a leggere l’intervista…).
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