“Il venerdì a New York non è sembrata una giornata da neve. Le temperature sono state sotto il punto di glaciazione per quasi ventiquattro ore, sfiorando una minima di meno quattro gradi centigradi in una giornata brillante e luminosa, senza una nuvola in cielo. Nessuno ha rinunciato a uscire e i locali del Lower East Side nel tardo pomeriggio si sono riempiti di gente che evitava di mettere il naso fuori per una sigaretta e ironizzava sull’allarmismo così tipico dei media americani, che alla minima avvisaglia grida alla tempesta. Non c’è motivo di preoccuparsi finché non c’è da preoccuparsi, questa è la filosofia, e comunque New York è sopravvissuta a minacce ben peggiori di una bufera senza nome. Verso le undici e mezza i cellulari dei newyorchesi cominciano a vibrare all’unisono: “Allerta neve, è consigliabile tornare a casa”. È più o meno a questo punto che, pur senza allarmarsi troppo, tra i tavolini e le banchine della metropolitana, i marciapiedi scintillanti di umidità gelata e i deli che con le luci delle insegne accese sembrano scaldare un pochino l’aria, comincia a circolare il nome di Jonas”.
Estratto dell’articolo di Giulio D’Antona di Rivista Studio.
La tempesta Jonas, che ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti causando finora più di 20 morti, solo nella giornata di sabato ha scaricato sulla grande mela 60 centimetri di neve. Il suo sindaco, Bill de Blasio, ha dichiarato che “molto probabilmente questa è una delle peggiori snowstorm della nostra storia”.
Formiche.net ha selezionato alcune foto degli account Twitter e Instagram dei cittadini newyorkesi presi da quella che è stata definita “la tempesta perfetta”.