“La nostra missione principale è la salvaguardia della vita in mare, sempre e comunque”, un impegno che “non è mai venuto meno neanche quando eravamo gli unici a coordinare i soccorsi in un’area che era il doppio di quella attuale”. Solidarietà e umanità, dunque. L’ammiraglio Giovanni Pettorino ha lasciato con queste parole il comando delle Capitanerie di porto e Guardia costiera nella cerimonia di passaggio al nuovo comandante, l’ammiraglio Nicola Carlone.
Un riferimento più chiaro che in passato alle tante emergenze sul fronte dell’immigrazione che la Guardia costiera è costretta ad affrontare quotidianamente. Una questione, quella dei flussi migratori, che secondo Pettorino “deve trovare soluzione sulla terra e non in mare”. Carlone ha confermato l’impegno nella continuità perché il soccorso in mare è un “pilastro stabile” nell’azione degli 11mila uomini e donne della Guardia costiera.
Alla cerimonia erano presenti il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, quello delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, e quello della Marina, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e molti vertici delle forze armate, delle forze dell’ordine e dell’intelligence.