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L’addio di Umberto Pizzi a Oliviero Beha. Le foto e un breve testo

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Barbara D'Urso e Oliviero Beha
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Oliviero Beha e Rosi Greco
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Mita e Oliviero Beha
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Oliviero Beha con Fausto e Lella Bertinotti
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Francesco Pannofino, Oliviero Beha e Dario Vergassola
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Giancarlo Santalmassi e Oliviero Beha
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Giangiacomo Calligaris e Oliviero Beha
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Nori Corbucci e Oliviero Beha
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Oliviero Beha, Andrea Purgatori e Fausto Bertinotti
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Oliviero Beha, Andrea Purgatori e Fausto Bertinotti
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Oliviero Beha e Barbara D'Urso
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Oliviero Beha
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Oliviero Beha e Claudio Strinati
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Oliviero Beha con il direttore generale di Capannelle
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Oliviero Beha
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Oliviero Beha e Corinne Clery
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Oliviero Beha e Corinne Clery
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Oliviero Beha e Corinne Clery
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Oliviero Beha e Antonio Padellaro
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Oliviero Beha ed Elisabetta Catalano
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Oliviero Beha e Stefano Disegni
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Oliviero Beha e Ludina Barzini
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Oliviero Beha e Luigi Zanda
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Oliviero Beha e Massimo Teodori
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Oliviero Beha
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Umberto Pizzi e Oliviero Beha
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Yaya Iastri, Nancy Brilli, Oliviero Beha, Christian De Sica, Elsa Martinelli e Nori Corbucci

E’ triste alzarsi la mattina e trovare la notizia della scomparsa di un amico ma soprattutto di un uomo perbene e profondo conoscitore dell’essere umano. Oliviero Beha era tutto questo! A me mancherà e soprattutto mancheranno le sue giuste critiche di una società sulla via della completa devastazione. (Umberto Pizzi)

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Il giornalista Oliviero Beha è morto sabato sera a Roma. Ad annunciarlo la figlia Germana: “È stato un male molto veloce. Papà se n’è andato abbracciato da tutta la sua grande famiglia allargata di parenti e amici”.

Beha aveva 68 anni. Scrittore, saggista, conduttore televisivo e radiofonico, polemista, era nato a Firenze il 14 gennaio 1949. Dal 1976 al 1985 lavorò a La Repubblica, e nel 1992 cominciò il programma Radio Zorro.

Nonostante la malattia, fino all’ultimo giorno il Blog Civico di Beha era aggiornato sui temi dell’attualità. Poche righe, ma molto chiare e incisive.

“E ahimè oggi, mi presento… sono una delle figlie – si legge nel post pubblicato ieri sul blog di Beha -. Nelle ultime settimane mi è capitato di essere le mani di papà che hanno trasferito in parole scritte su un monitor quello che lui velocemente mi dettava. Sì perché, gli articoli lui, li aveva in testa, non seguiva appunti, non doveva cambiare o correggere delle frasi… lui parlava ed io scrivevo […] sono convinta che papà lascerà un vuoto profondo nel mondo dell’informazione perché a dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, è stato, è, e rimarrà un giornalista libero. La ‘libertà è un lusso di pochi’, mi ripeteva… Buon viaggio papà, continua, come sempre hai fatto a camminare e pensare veloce… noi continueremo a parlare di te e con te. Michele continuerà a guardarsi le due linee sul palmo della mano e dirà ‘nonno’ e noi, ti ritroveremo li…”.

Le foto di archivio Umberto Pizzi


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