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Papa Francesco visto da Umberto Pizzi. Foto d’archivio

Cade il 13 marzo il quinto anniversario del pontificato di Papa Francesco, il pontefice venuto dai “confini del mondo” che ha, in poco tempo, portato un nuovo approccio al ruolo di Santo Padre, oltre numerosissime riforme della Chiesa. Storiche anche le condizioni della sua elezione. Il suo predecessore, infatti, Benedetto XVI, aveva annunciato la sua rinuncia al ministero petrino l’11 febbraio 2013 con decorrenza al 28 febbraio, data in cui è diventato Papa emerito.

Caratteristica del papato di Jorge Mario Bergoglio uno spiccato attivismo che l’ha visto protagonista nel dibattito pubblico per i diritti e la salvaguardia dei meno fortunati. “Non avere paura dello straniero, di chi è diverso da noi, del povero, come fosse nostro nemico”, ha detto il pontefice durante la visita alla comunità di Sant’Egidio, in occasione del 50esimo anno della sua Fondazione, ricordando come la paura sia “una malattia antica”.

“Il mondo oggi – ha sottolineato il Papa – è spesso abitato dalla paura. E dalla rabbia che è sorella della paura. È una malattia antica: nella Bibbia ricorre spesso l’invito a non avere paura.Il nostro tempo conosce grandi paure di fronte alle vaste dimensioni della globalizzazione”. E “le paure si concentrano spesso su chi è straniero, diverso da noi, povero, come se fosse un nemico. E allora ci si difende da queste persone, credendo di preservare quello che abbiamo o quello che siamo”.

“L’atmosfera di paura – ha proseguito il Papa – può contagiare anche i cristiani che, come quel servo della parabola, nascondono il dono ricevuto: non lo investono nel futuro, non lo condividono con gli altri, ma lo conservano per sé”. “Se siamo da soli, siamo presi facilmente dalla paura. Ma – ha aggiunto – il vostro cammino vi orienta a guardare insieme il futuro: non da soli, non per sé. Insieme con la Chiesa”.

Ecco, allora, Papa Francesco visto da Umberto Pizzi.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata



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