Lo storico dell’arte Philippe Daverio è morto questa notte. Ad annunciarlo sulla sua pagina Facebook la direttrice del teatro Franco Parenti di Milano, Andrée Ruth Shammah. “Philippe Daverio non c’è più” si legge nel suo post pubblicato questa mattina. Daverio avrebbe compiuto 71 anni il prossimo 17 ottobre. Era stato assessore alla Cultura del Comune di Milano sotto la giunta Formentini.
“Intellettuale di straordinaria umanità, un capace divulgatore della cultura, uno storico dell’arte sensibile e raffinato. Con sagacia e passione, ha accompagnato le italiane e gli italiani nell’affascinante scoperta delle architetture, dei paesaggi, dell’espressione creativa, degli artisti, delle fonti del nostro patrimonio culturale. Tutto questo era Philippe Daverio, un uomo di cui ho sempre apprezzato la grande intelligenza e lo spirito critico e che già manca a tutti noi”, ha commentato il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, nell’apprendere della scomparsa di Daverio.
Daverio era nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, ma da decenni viveva a Milano dove aveva iniziato la sua attività di mercante d’arte. Fondatore di diverse gallerie, opinionista per molti periodici e quotidiani, direttore della rivista “Art e Dossier”, ospite e poi conduttore di diversi programmi televisivi dedicati all’arte e alla cultura, Daverio negli anni ha saputo conquistare la stima e l’affetto di critica e di pubblico: amatissimo per la passione e l’estro che metteva nel diffondere conoscenza, per la su capacità di alternare nozioni e racconti, di tracciare storie, di raccontare i protagonisti, le epoche e gli stili dell’arte in modo interdisciplinare e ammaliante. Colto, vulcanico ma sempre elegante, è sempre stato tra i protagonisti nella battaglia per la salvaguardia del patrimonio culturale italiano. Daverio, che si è sempre definito uno storico dell’arte, aveva tenuto corsi in diversi atenei e dal 2006 era ordinario di “Sociologia dei processi artistici” presso l’Università di Palermo, era membro del Comitato scientifico del nuovo Grande Museo del Duomo di Milano, del cda della Fondazione Cini di Venezia e di quello della Fondazione Corriere della Sera, oltre che autore di decine di saggi e libri molto apprezzati. Dal 1993 al 1997 è stato assessore alla Cultura del Comune di Milano, occupandosi, tra l’altro, del restauro e del rilancio di Palazzo Reale a Milano.
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