Un grande abbraccio sta salutando Piero Angela, scomparso a Roma sabato scorso. La salma accolta in Campidoglio dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e dai familiari Alberto, Christine e dalla moglie Margherita Pastore.
Il figlio Alberto ha ricordato con un discorso pubblico il senso di quell’ultimo messaggio lasciato al suo pubblico come un gesto di amore e unità.
“Penso che le persone che amiamo non dovrebbero mai lasciarci. Ma questo accade”, ha detto commosso Alberto Angela. “Ci ha insegnato tante cose. L’ultimo insegnamento me lo ha fatto non con le parole, ma con l’esempio. Mi ha insegnato, in questi ultimi giorni, a non aver paura della morte. Ha attraversato la morte con una serenità che mi ha sconvolto. Se ne è andato come quando una persona si alza dal tavolo dopo una bellissima cena. Ha avuto una vita piena, esattamente come l’aveva voluta. Ci ha lasciato tanto: chiedo anche a voi di fare la vostra parte, io proverò a fare la mia”.
Nella sala della Protomoteca le corone del Presidente della Repubblica, della Presidenza del Consiglio, della Rai, e della Mondadori e i gonfaloni della città metropolitana di Roma Capitale, della regione Piemonte e della città di Torino che nel 1928 aveva dato i natali al conduttore. E decine di piccoli mazzi che il popolo degli spettatori di Piero Angela hanno voluto lasciare ai piedi del feretro.
Un saluto composto, silenzioso, fatto di adulti e bambini che fin dalla mattina si sono messi in fila a Piazza del Campidoglio, sfidando il caldo, per salutare colui che per decenni ha portato e condiviso la scienza nelle case degli italiani. Tra le personalità che hanno portato un saluto al conduttore: Renzo Arbore, Nicola Zingaretti, Enrico Letta, Dario Franceschini, Enrico Giovannini, i vertici della Rai Soldi e Fuortes, Antonio Di Bella e Pier Ferdinando Casini.
(Imagoeconomica)