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Umberto Pizzi ricorda Oriana Fallaci a 90 anni dalla nascita. Le foto d’archivio

Oriana Fallaci, la Strega – come si faceva chiamare – ha sempre acceso critiche spietate. Profondamente odiata e amata, resta un’icona del giornalismo e del pensiero politico. Una donna di carattere difficile che si è consegnata in corpo e anima al suo lavoro, ai suoi libri, che considerava i suoi “figli”.

Nata a Firenze il 29 giugno del 1929, il giornalismo non potrebbe spiegarsi senza la sua firma. Spirito ribelle e rivoluzionario, è stata una delle prime donne corrispondente di guerra e memorabile intervistatrice. Testimone di prima linea della Guerra in Vietnam, è stata colpita da una pallottola durante il massacro di studenti nella piazza di Tlatelolco, Messico, nel 1968. Ha intervistato, senza concessioni, Henry Kissinger, Mao Tse Tung, Muʿammar Gheddafi e Federico Fellini, tra tanti altri personaggi noti a livello mondiale.

Oriana Fallaci è autrice di “Intervista con la storia”, “Penelope alla guerra”, “Se il sole muore”, “Un uomo”, “Il sesso inutile”, “La forza della ragione” e “La rabbia e l’orgoglio”.

Femminista da sempre, voleva essere chiamata “scrittore” e non scrittrice. Come racconta Anna Mazzone in “Oriana” del Tg2 Dossier, Fallaci resta tra le giornaliste italiane più conosciute nel mondo. Negli Stati Uniti, si insegna ancora il metodo Fallaci (lo chiamano proprio così) per fare le interviste. I suoi libri hanno venduto in tutto il mondo oltre venti milioni di copie.

Foto: Umberto Pizzi – riproduzione riservata



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