“Il rapporto di lavoro è prima di tutto un rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum“. Non poteva che essere Giuliano Poletti a pronunciare questa frase che da ieri sta facendo discutere sui quotidiani, nelle televisioni e ovviamente sui social network. Il ministro del Lavoro – non nuovo ad uscite del genere (qui la sua precedente gaffe sui giovani italiani all’estero) – lo ha dichiarato nel corso di un incontro con gli studenti dell’Istituto Manfredi Tanari di Bologna.
Un’ora e mezza di confronto senza rete durante la quale Poletti ha dato alle allieve e agli allievi della scuola anche consigli concreti su come trovare lavoro, specie in una realtà economicamente dinamica come l’Emilia Romagna. Poi, a un certo punto del discorso, la sortita sulla presunta – o, forse, purtroppo vera – inutilità dei curriculum che ha sollevato rimostranze e polemiche. “Chieda scusa e si dimetta“, ha tuonato il leader della Lega Nord Matteo Salvini. “A calcetto dovrebbe andarci a giocare lui, invece di fare il ministro, almeno non prenderebbe in giro i disoccupati e i giovani!“, ha twittato invece il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero.
Sul piede di guerra anche il MoVimento 5 Stelle. “Poletti Giuliano agli studenti: il lavoro? Meglio giocare a calcetto che inviare curricula. Al Pd questa la chiamano meritocrazia”, ha scritto sui social la deputata Roberta Lombardi. E pure dal Partito democratico non è che siano stati in molti a difendere Poletti. Con alcune critiche nette come quelle arrivate dal deputato dem Antonio Misiani, secondo il quale è singolare e discutibile che a dire una cosa del genere sia stato il ministro del Lavoro: “Se voleva fare dell’ironia, l’hanno capita veramente in pochi“.
Un fuoco incrociato di accuse che ha spinto Poletti a una replica: “Vedo che si stanno strumentalizzando alcune frasi che ho pronunciato in occasione di un incontro con gli studenti di una scuola di Bologna per parlare di alternanza scuola-lavoro e che gli studenti hanno compreso e condiviso nel loro significato. Per questo voglio chiarire che non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola“.
Nella gallery alcune delle foto che in questi anni sono state scattate al ministro del Lavoro prima del governo di Matteo Renzi e poi di quello di Paolo Gentiloni.