È andata in scena ieri sera al Centro Studi Americani il Premio PAIR – Prize for American-Italian Relations, giunto alla sua quarta edizione.
La virologa Ilaria Capua, il ceo del New York Times Net Mark Thompson e il regista Giuseppe Tornatore sono stati premiati, mentre riconoscimenti speciali sono stati assegnati a Renzo Arbore, Riccardo Masetti oncologo del Gemelli e founder e promoter della Susan Komen Race for the cure.
“Con la quarta edizione del Premio Pair proseguiamo nella missione del Centro Studi Americani di coltivare e rafforzare costantemente i legami storici tra Italia e Usa” ha dichiarato Gianni De Gennaro, presidente del Csa.“Perseguiamo questo obiettivo premiando le donne e gli uomini che contribuiscono, ciascuno nel proprio settore, a creare un ponte di conoscenza e relazioni tra i due Paesi. Esempi concreti che possano essere d’ispirazione per le giovani generazioni di entrambe le sponde dell’Atlantico”.
“Premiare personalità che hanno promosso l’eccellenza italiana negli Stati Uniti e quella americana in Italia significa contribuire a consolidare quell’amicizia che lega i due paesi e favorire concretamente la collaborazione tra i due popoli al di qua e al di là dell’Atlantico”, ha dichiarato il presidente del Comitato d’Onore del Premio Pair Gianni Letta. “Con questo spirito e con questa finalità il Centro Studi Americani, che da quasi cento anni opera per valorizzare i rapporti Italia-Usa, ha istituito il Premio Pair articolandolo in quattro diverse sezioni: Arte e Cultura, Scienze umane, sociali, letterarie ed economiche, Scienze tecniche e tecnologiche, Giustizia e sicurezza. Altrettanti ponti gettati tra l’Italia e gli Stati Uniti”.
“Sono onorato di ricevere il premio. Lo ritengo il suggello dell’antico amore che, attraverso la letteratura e soprattutto il cinema, ho sempre nutrito sin da ragazzo per l’America, e che mi è stato in seguito ricambiato con il successo dei miei film, specialmente Nuovo Cinema Paradiso, presso il pubblico americano. Per motivi di lavoro, oggi mi accade spesso di andare negli Stati Uniti, e ogni volta è un po’ come ritornare a casa”, ha detto Giuseppe Tornatore.
“L’Italia, nel giornalismo, vanta un’incredibile tradizione” dice Thompson all’agenzia Dire durante proprio il Premio. “I quotidiani italiani sono tra i più conosciuti al mondo, i suoi cronisti sono leggendari. È un’eredità incredibile”. Tuttavia, prosegue l’esperto, non solo in America ma “anche in tanti Paesi europei si sta affrontando una rivoluzione sanguinosa, dal momento che le persone sono passate dalla carta stampata al digitale, e i facili guadagni che i giornali facevano con la pubblicità si sono ridotti sempre di più”.
(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)