Giovanni Legnini
Giovanni Legnini
Giovanni Canzio
Giovanni Legnini, Giovanni Canzio e Gennaro Migliore
Vincenzo Geraci, Giovanni Legnini e Giovanni Canzio
Vincenzo Geraci
Giovanni Legnini, Giovanni Canzio, Michele Vietti e Gennaro Migliore
Gennaro Migliore
Gennaro Migliore
Massimo Luciani
Guido Alpa
Massimo Luciani
Michele Vietti
Michele Vietti
Giovanni Legnini
Giovanni Legnini
Mettiamo giudizio. Il giudice tra potere e servizio, questo il titolo del libro a firma di Michele Vietti, già sottosegretario alla Giustizia e all’Economia, e vicepresidente del Csm, presentato oggi nell’aula Giallombardo del Palazzo di giustizia di Roma.
Edito da Egea per i tipi di Università Bocconi Editore, il testo espone le proposte della Commissione per la riforma dell’ordinamento giudiziario che Vietti ha guidato dal 2015 al 2016, su incarico del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che ha curato la prefazione del volume.
Il tema caldo di questi giorni, l’incursione dei magistrati nella politica, è un nodo da sciogliere e Vietti prende posizione grazie alle pagine del testo per dire come la pensa. Dovrebbero infatti essere previsti “vincoli più rigidi” laddove una norma che li preveda, non c’è. Ma soprattutto Vietti propone che per l’ex magistrato sia solo garantita “una collocazione di pari livello retributivo e con il rispetto delle sue competenze specifiche in un’altra amministrazione pubblica”. Quindi diverso territorio per un periodo di tempo pari a 5 anni prima del trasferimento.
Insieme all’autore a parlare del libro e delle sue tesi Giovanni Legnini vice presidente Csm, Giovanni Canzio primo presidente Corte di cassazione, Gennaro Migliore politico Pd e sottosegretario alla giustizia, Vincenzo Geraci giudice di Cassazione, Guido Alpa avvocatura dello Stato e Massimo Luciano costituzionalista.
Guarda le foto della presentazione del libro di Michele Vietti
(Foto Imagoeconomica – Stefano Carofei)
