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Quando D’Alema e Pisapia stavano Insieme. Le foto

Giuliano Pisapia - Insieme
Giuliano Pisapia - Insieme

“Mi pare che parte di Mdp si sia allontanata dal progetto iniziale. Che era e resta quello di costruire una forza aperta e ragionevole. Una forza di sinistra deve avere l’ambizione di migliorare le condizioni di vita delle persone, non di abbaiare alla luna. Questo è il nostro progetto. A giocare per perdere sono già in tanti, non occorre il nostro contributo”. In una intervista a Repubblica, Giuliano Pisapia spiega così la rottura con “parte” di Mdp: “Credo che in Mdp ci sia una divisione profonda tra chi ha questo nostro stesso obiettivo e chi invece vuole un quarto polo che rischia di essere irrilevante e che finirebbe per essere mera testimonianza, capace di criticare ma non di dare risposte ai cittadini”. E l’obiettivo di Campo Progressista “resta battere le destre e il populismo per dare risposte serie e concrete ai bisogni dei cittadini, dalla lotta alla povertà ai diritti”. Mentre “dall’altra parte – avverte l’ex sindaco di Milano – c’è solo una cosa: la sconfitta del centrosinistra e della sinistra, e chissà per quanto tempo”.

Quanto al dualismo D’Alema-Renzi, “non ne posso più di questi personalismi: non sono io a decidere il futuro politico di D’Alema e non sono la stampella di nessuno, ma mi rivolgo anche all’elettorato che in passato ha votato Pd e che è parte integrante del grande popolo del centrosinistra. Se il Pd fosse stato davvero autosufficiente, non ci sarebbe stato bisogno di far nascere Campo progressista”. Soggetto nato “per aprire la partecipazione politica, non per fare un nuovo piccolo raggruppamento o per chiudersi ancora di più. Io non ho cambiato idea. Continuo a pensare che ci sia bisogno di un nuovo centrosinistra aperto, ampio, innovativo in discontinuità con quello degli ultimi anni”.

Infine, la domanda su un candidato premier diverso da Renzi: favorirebbe un’alleanza col Pd? “Gentiloni è una persona di altissimo livello, ma anche lui sa che qualunque valutazione futura non può prescindere da una vera e propria discontinuità rispetto al passato e da un programma condiviso che vada nella direzione di aiutare chi più ha sofferto la crisi, di tutelare l’ambiente, di una nuova politica sulla casa, di garantire il diritto alla salute e di tanto altro”.

(Testo: Askanews)

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione risevrata


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