Lo hanno ricordato in tanti ieri a Roma: Claudio Velardi, Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema, Teresa Bellanova, Ivan Sclfarotto, Anna Paola Concia per citarne alcuni. Umberto Minopoli è morto lo scorso 29 aprile.
“Era un raggio di sole che ci faceva stare meglio. Questo era Umberto”, ha detto un commosso Pier Luigi Bersani nel ricordare l’amico scomparso. “Era figlio di quella matrice del riformismo comunista che è stato un pezzo importante della storia dell’Italia. Fu sempre caratterizzato da realismo e concretezza, aspirazione al cambiamento e passione politica”, ha detto invece Massimo D’Alema. “Uno spirito libero, acuto e intelligente” per uno degli ex compagni nella Figc, Giovanni Lolli.
“La cosa che ne faceva un ‘hombre vertical’ – ha sottolineato Giuliano Ferrara – era il carattere, la sua testardaggine. Dalla politica giovanile a quella adulta fino ai ruoli nelle imprese: si pensava che avesse cambiato registro ma inseguiva sempre qualcosa che assomigliasse a lui. Si svegliava alla mattina scriveva un post e con quell’aria un po’ sorniona senza tirarsela pensava: ‘come è possibile che non ci sia qualcuno che la pensa come me?’. Per questo ragazzaccio della politica e del management c’è stata infine la scoperta delle stelle: ha sempre avuto fame di conoscenza”.
Minopoli “era affascinato dalla visione olistica che andava affermandosi in Europa” ha ricordato Giuseppe Zollino parlando dell’impegno comune all’Associazione italiana nucleare, ovvero “il nucleare insieme con” e “non nucleare al posto di”. La sua attività ha rappresentato “una svolta nella direzione del pragmatismo e del riformismo applicato alla sfida della transizione energetica”.
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