“Non è un periodo bello. In quattro mesi due fratelli e la moglie. Però c’è un grande affetto tra di noi e dagli amici e dai cittadini per Vittorio”. Con queste parole Romano Prodi si rivolgeva ai giornalisti davanti alla chiesa di Sant’Anna in via Siepelunga a Bologna, poco prima dell’arrivo del feretro del fratello Vittorio, morto il 29 luglio dopo una lunga malattia.
Il già presidente del Consiglio, già ministro, professore, accademico, fondatore dell’Ulivo e unico avversario politico ad aver sconfitto per ben due volte (nel 1996 e nel 2001) Silvio Berlusconi alle urne, Romano Prodi compie oggi 9 agosto 84 anni.
E se la svolta politica è stata la fondazione dell’Ulivo, l’agglomerato di forze di centro sinistra e di sinistra, ci sono anche gli anni che precedono il 1996 e la formazione del primo governo da lui guidato.
La prima esperienza di governo nazionale di Prodi, però, fu nel 1978, quando divenne ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato dal novembre 1978 fino al marzo 1979 nel governo Andreotti IV. Fu poi nominato da Giovanni Spadolini presidente dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), dal 1982 fino al 1989, che contribuì a ristrutturare, guidato sempre da lui anche nel biennio 1993-1994.
Dopo le dimissioni, nel 1994, a seguito della vittoria alle elezioni di Silvio Berlusconi, Prodi decide di scendere in campo ed è a quel punto che inizia il lavoro per mettere assieme le forse di centro e di sinistra, che daranno poi origine all’Ulivo.
Come scriveva Arturo Parisi, che con Prodi fu fautore e fondatore dell’idea, ancor prima del progetto, di Ulivi, nel libro “Il tempo dell’Ulivo” scritto da Andrea Colasio, “se la politica è il regno del ‘chi’ prima del ‘cosa’ per chi si chiede cosa sia stato l’Ulivo è inevitabile ricercare al di là della natura collettiva di quella impresa una persona, la persona che promosse e guidò quel governo nella sua gestazione elettorale e nella sua conduzione, assicurando quella unità, quella coerenza e l’orizzonte del quale si parlava. La persona che per prima alzò la mano – la sua mano – e riconoscendosi in una direzione indicò, se non ancora nel dettaglio la strada e il modo di percorrerla, un’alternativa all’esistente, una persona che, come oggi si dice, ci mise il nome e la faccia e si intestò il rischio d’impresa. Questa persona, il protagonista della storia che il libro ricostruisce, si chiama Romano Prodi”.
Ecco, allora, una serie di foto che ripercorrono la vita professionale di Romano Prodi, dagli anni ’80 al primo governo da lui guidato.
(Imagoeconomica)