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I primi 70 anni di Rosy Bindi raccontati dagli scatti di Pizzi. Foto d’archivio

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Rosy Bindi, Luigi Zanda, Nicola Latorre e Alfredo Reichlin
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Franco Marini, Massimo D'Alema e Rosy Bindi
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Gianfranco Fini e Rosy Bindi
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Marina Sereni e Rosy Bindi
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Marina Sereni e Rosy Bindi
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Massimo D'Alema e Rosy Bindi
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Roberto Maroni e Rosy Bindi
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Paolo Mieli e Rosy Bindi
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Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi
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Rosa Russo Iervolino e Rosy Bindi
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Rosy Bindi
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Rosy Bindi
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Rosy Bindi
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Rosy Bindi
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Rosy Bindi e Angelo Bagnasco
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Rosy Bindi
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Rosy Bindi
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Franco Marini e Rosy Bindi
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Rosy Bindi e Massimo D'Alema
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Rosy Bindi e Massimo D'Alema
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Rosy Bindi e Mimmo Cavicchia
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Rosy Bindi e Mimmo Cavicchia
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Rosy Bindi e Pier Luigi Bersani
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Rosy Bindi
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Rosy Bindi
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Rosy Bindi

“Penso che sia il momento per le donne di candidarsi alla guida dei partiti”. Rosy Bindi, 70 anni il 12 febbraio,  in una intervista a La Stampa si è detta molto rammaricata della mancanza di volti femminili di sinistra nel nuovo governo Draghi. Ma le “colpe” sono sia dalla parte maschile sia dalla parte femminile dei partiti.

“Ora immagino che ci sarà un bilanciamento con i viceministri e i sottosegretari nell’affidamento delle deleghe”, ma “considerando che le forze che hanno dato vita al Pd sono quelle che tradizionalmente si sono battute per la parità, è chiaro che l’assenza di donne stride molto”, ha detto durante l’intervista.

A suo avviso è arrivato il momento che le donne puntino alla guida dei partiti e alla segreteria del Pd.

“Gli uomini sanno costruire catene di solidarietà maschile, le donne non hanno ancora imparato a farlo”. “Le donne – ha aggiunto – se vogliono contare devono decidersi a assumere dei ruoli politici dentro il Pd. Ce ne sono molte brave, capaci ma prive di una soggettività politica autonoma, troppo spesso gregarie dei capicorrente uomini”.

Non dovrebbero però creare una corrente, ma “dovrebbero imparare come è organizzato il potere e decidersi a occuparlo”. Per Bindi “manca ancora il riconoscimento di una leadership femminile. Per riuscirci bisogna occupare il primo scalino altrimenti nessuno ti cederà il secondo”.

Bindi, già ministro della Salute, durante la sua intervista ha anche fatto un appello al nuovo premier. “Vorrei che Draghi, in virtù della sua autorevolezza, fosse capace di chiedere all’Europa di sospendere la proprietà dei brevetti sui vaccini se davvero vogliamo dare un impulso alla vaccinazione”.

(Foto: Umberto Pizzi-riproduzione riservata)

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