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Bruno Rota, il dg di Atac scelto da M5s che accusa M5s. Le foto

Bruno Rota e Giuliano Pisapia
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Bruno Rota e Giuliano Pisapia
Pierfrancesco Maran e Bruno Rota
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Pierfrancesco Maran e Bruno Rota
Bruno Rota e Bruno Tabacci
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Bruno Rota e Bruno Tabacci
Bruno Rota e Guido Podestà
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Bruno Rota e Guido Podestà
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Bruno Rota
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Bruno Rota
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Bruno Rota
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Bruno Rota
Mario Furlan e Bruno Rota
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Mario Furlan e Bruno Rota
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Mario Furlan e Bruno Rota
Ada Lucia De Cesaris e Bruno Rota
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Ada Lucia De Cesaris e Bruno Rota
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Bruno Rota
Antonio Liguori e Bruno Rota
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Antonio Liguori e Bruno Rota
Americo Del Buono e Bruno Rota
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Americo Del Buono e Bruno Rota
Maurizio Manfellotto, Bruno Rota, Antonio Liguori e Giuliano Pisapia
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Maurizio Manfellotto, Bruno Rota, Antonio Liguori e Giuliano Pisapia
Maurizio Manfellotto, Bruno Rota, Giuliano Pisapia, Perfrancesco Maran, Stefano Siragusa e Antonio Liguori
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Maurizio Manfellotto, Bruno Rota, Giuliano Pisapia, Perfrancesco Maran, Stefano Siragusa e Antonio Liguori
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Bruno Rota
Bruno Rota, Antonio Liguori, Maurizio Manfellotto e Stefano Siragusa
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Bruno Rota, Antonio Liguori, Maurizio Manfellotto e Stefano Siragusa
Bruno Rota
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Bruno Rota
Bruno Rota e Giuliano Pisapia, ius soli
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Bruno Rota e Giuliano Pisapia
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Bruno Rota
Giacomo Bonaventura, Bruno Rota, Marco van Ginkel e Juan Jesus
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Giacomo Bonaventura, Bruno Rota, Marco van Ginkel e Juan Jesus
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Bruno Rota
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Bruno Rota
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Alberto Brandi e Bruno Rota
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Bruno Rota
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Bruno Rota
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Bruno Rota
Bruno Rota e Giuliano Pisapia
Pierfrancesco Maran e Bruno Rota
Bruno Rota e Bruno Tabacci
Bruno Rota e Guido Podestà
Mario Furlan e Bruno Rota
Ada Lucia De Cesaris e Bruno Rota
Antonio Liguori e Bruno Rota
Americo Del Buono e Bruno Rota
Maurizio Manfellotto, Bruno Rota, Antonio Liguori e Giuliano Pisapia
Maurizio Manfellotto, Bruno Rota, Giuliano Pisapia, Perfrancesco Maran, Stefano Siragusa e Antonio Liguori
Bruno Rota, Antonio Liguori, Maurizio Manfellotto e Stefano Siragusa
Bruno Rota
Bruno Rota e Giuliano Pisapia, ius soli
Giacomo Bonaventura, Bruno Rota, Marco van Ginkel e Juan Jesus

Prima il pesantissimo grido d’allarme sullo stato di salute della società lanciato dalle pagine della Corriere della Sera in un’intervista rilasciata a Federico Fubini, poi lo scontro al vetriolo con Enrico Stefàno, uno dei principali rappresentanti del MoVimento 5 Stelle capitolino. L’esperienza di Bruno Rota alla guida dell’Atac (qui il suo ritratto su Formiche.net), la disastrata municipalizzata del trasporto pubblico, potrebbe essere arrivata già al capolinea, a poco più di tre mesi dal suo sbarco in azienda con il ruolo di direttore generale.

Una funzione che aveva già ricoperto nella municipalizzata milanese Atm, come emerge da queste foto in cui è ritratto spesso e volentieri al fianco dell’allora sindaco del capoluogo lombardo Giuliano Pisapia o del suo ex assessore al Bilancio Bruno Tabacci. Tutta un’altra musica rispetto al più che problematico contesto romano, nel quale l’azienda dei trasporti rischia seriamente di dover portare i libri in tribunale.

Nella sua intervista Rota non ha lasciato spazio a molti dubbi. “In questi mesi ho preso progressivamente atto di una situazione dell’azienda assai pesantemente compromessa e minata, in ogni possibilità di rilancio organizzativo e industriale, da un debito enorme accumulato negli anni scorsi“, ha dichiarato il direttore generale, che poi ha invitato il Campidoglio – che detiene il 100% della società – a fare presto e ad assumere le necessarie decisioni: “Bisogna avere il coraggio di affrontare la drammatica dimensione del debito che si trascina da tempo. Occorrono misure serie e immediate. Bisogna ripristinare un sistema di controllo sulle regole che pur ci sono ma che da tempo nessuno rispetta, per cui ognuno fa ciò che gli pare”.

Una sortita mediatica che non è affatto piaciuta ai pentastellati e, in particolare, al presidente della commissione Mobilità Enrico Stefàno il quale non ha lesinato critiche a Rota. Non l’avesse mai fatto perché la risposta via Facebook del manager è stata a dir poco dura: “So del vivo interesse del consigliere Stefano alle soluzioni della di una società che si occupa di bigliettazione e che mi ha invitato ad incontrare piu volte. Più che di dirigenti da cacciare, lui, e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti. Suggerisco a Stefano, nel suo interesse di lasciarmi in pace e di rispettare chi ha lavorato. Onestamente. Sempre i soliti“.

Parole pesantissime – su un tema poi così sensibile per la politica in generale e il movimento 5 stele in particolare che – potrebbero portare all’addio all’Atac da parte di Rota.

Nella gallery alcune delle foto che sono state scattate al manager nel corso di questi anni

(Foto di Imagoeconomica/Riproduzione riservata)


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