“Ho attraversato Scilla e Cariddi, legato ad un palo, ascoltando le sirene. Ora sono e più sereno e sicuro”. Queste due frasi mostrano bene lo spirito -brillante e sulfureo del nuovo ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, ospite dell’associazione della Stampa estera di Roma per presentare il suo ultimo libro, Come un incubo e come un sogno.
Nel piano originale M5S-Lega, Savona doveva andare al dicastero dell’Economia, ma il suo nome è stato bloccato dal Quirinale. Al suo posto è andato Giovanni Tria, docente a Tor Vergata. Per finire al posto di Tria, Savona avrebbe dovuto rinunciare pubblicamente alle sue idee, come Galileo. Ma l’economista non ha voluto far questo. Comunque, ora prova quasi “un senso di sollievo”, nel vedere Tria, e non se stesso, in via XX Settembre: “Se penso a quello che deve fare un ministro dell’Economia di questi tempi, beh, allora deve essere giovane, coraggioso e con un pizzico di incoscienza”, ha sottolineato.
Savona tiene con forza alle sue idee “da analista che fa diagnosi”, ma queste idee vanno separate dal ruolo di ministro, che lui interpreterà così, “da tecnico che prende decisioni tecniche, le quali vanno sui tavoli dei politici, che poi hanno l’ultima parola”. Ad ogni modo, la sua opinione circa l’euro è che “non solo ha aspetti positivi, ma ha aspetti indispensabili: se vuoi un mercato unico devi avere una moneta unica”. Detto questo, “la costruzione economica europea è una costruzione limitata, va perfezionata”, ha detto Savona.
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