La senatrice Liliana Segre ha ricevuto oggi alla Sapienza il dottorato Honoris Causa in Storia dell’Europa. La cerimonia si è svolta durante l’inaugurazione dell’Anno Accademico. La senatrice è stata accolta dal rettore dell’ateneo Eugenio Gaudio.
“Dedico questo riconoscimento a mio padre l’uomo più importante della mia via ucciso per la colpa di essere nato”, ha detto la Segre che ha tenuto la lectio magistralis “La storia sulla pelle”.
Segre ha citato nel suo discorso Primo Levi: “Il mio maestro che scrisse: ‘capire, comprendere è impossibile ma conoscere è necessario'”. “Permettetemi di ringraziare tutti, ma in particolare gli studenti, da nonna nei loro confronti: da loro ho ricevuto molto più di quanto abbia cercato di dare in questi 30 anni. Ricordo – ha raccontato la senatrice – quando lo scorso anno fui ricevuta dal Presidente della Repubblica che mi chiese cosa avessi provato a entrare in Senato, risposi: ‘Dentro di me anche se sono molto vecchia, sono sempre quella ragazzina espulsa dalla scuola per la colpa di essere nata ebrea e che oggi mi vede seduta in Senato in quella mia Italia, dove sono nata e cresciuta con la mia famiglia”. Infine, Segre ha ricordato che “lo studio importantissimo ripreso dopo anni, fu fonte di salvezza per riattaccarti a qualcosa che non era dimenticato, che era stato messo da parte, ti aiuta a riprendere il tuo posto nel mondo, ti aiutava – ha concluso – a riprendere i tuoi affetti perduti”.
Alla cerimonia erano presenti il Capo dello Stato Sergio Mattarella e il ministro dell’Università e ricerca Gaetano Manfredi che ha affermato: “Oggi si celebra l’inaugurazione dell’anno accademico in una grande università. Con il conferimento di un titolo alla senatrice Segre che contribuisce alla crescita della cultura democratica del Paese”. “Stiamo vivendo – prosegue – una fase storica particolare di cambiamento in cui c’è alternanza tra l’ombra del passato e la necessità del futuro. Dobbiamo costruire nuove mappe, proiettate ai valori di democrazia e con senso di responsabilità. Sono certo che il sistema universitario italiano sarà in grado di svolgere la sua funzione per il futuro del nostro Paese”.
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