“La croce è il passaggio obbligato, ma non è la meta, è un passaggio. La meta è la gloria, come ci mostra la Pasqua”. Con queste parole Papa Francesco ha ricevuto il pubblico nell’udienza generale celebrata mercoledì in Piazza San Pietro prima della Pasqua.
Alla vigilia del Triduo pasquale che inizia con il giovedì santo, il Santo Padre ha ricordato una “immagine bellissima che Gesù ha lasciato ai discepoli durante l’ultima cena… La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora, ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo”. Il Pontefice ha detto che “donare la vita, non possederla, e questo è quello che fanno le mamme, dà gioia, l’amore dà alla luce la vita e dà persino senso al dolore. L’amore è il motore che fa andare avanti la nostra speranza”.
Oggi a Frosinone, dove Papa Francesco ha celebrato la Messa in Coena Domini con il rito della lavanda dei piedi ad alcuni detenuti nella Casa di Reclusione di Paliano, il messaggio è stato più politico: “Penso che oggi il peccato si manifesti con tutta la sua forza di distruzione nelle guerre, nelle diverse forme di violenza e maltrattamento, nell’abbandono dei più fragili. E a farne le spese sono sempre gli ultimi, gli inermi”.
La visita ai carcerati è stata occasione per una riflessione più ampia che Francesco accetta di fare sul quotidiano La Repubblica: “Farsi prossimi degli ultimi, degli emarginati, degli scartati […] Chi non è colpevole scagli la prima pietra. Guardiamoci dentro e cerchiamo di vedere le nostre colpe. Allora, il cuore diventerà più umano […] Mi viene solo da chiedere con più forza la pace per questo mondo sottomesso ai trafficanti di armi che guadagnano con il sangue degli uomini e delle donne”.
Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica