Con profondo dolore, l’Italia intera ha partecipato al commosso addio al grande maestro della moda, Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre all’età di 91 anni nella sua casa di Milano, circondato dai suoi cari.
La città che lo ha adottato — Milano — ha risposto con un gesto solenne: il giorno del suo funerale è stato proclamato lutto cittadino, con bandiere a mezz’asta e un minuto di raccoglimento al Teatro alla Scala.
Al suo quartier generale, l’Armani/Teatro in via Bergognone, è stata allestita una camera ardente visitabile pubblicamente sabato 6 e domenica 7 settembre, dalle 9 alle 18. In una scena carica di raccoglimento, migliaia di persone — tra cui impiegati dell’azienda, celebri figure della moda come Donatella Versace, artisti, politici e cittadini comuni — si sono messi in fila per rendere omaggio.
Il feretro chiuso, sormontato da rose bianche e affiancato dalle note dei Carabinieri, è stato accolto in silenzio da file interminabili di persone commosse. Nel foyer, proiettata sulle pareti, la sua immagine sorridente accompagnata dalle sue ultime parole — «Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia» — ha reso vivo il messaggio umano che Armani ha voluto trasmettere fino all’ultimo.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha definito lo stilista “un uomo di straordinaria eleganza” e ha dichiarato che “Milano è piena di segni lasciati da Armani. Sarà impossibile dimenticarlo”.
I tributi non si sono limitati alla città: da Roma, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha salutato un’icona instancabile dell’Italia migliore; il Presidente Mattarella lo ha ricordato come “Maestro dello stile e simbolo del genio italiano nel mondo”.
In molte immagini si vedono fiori, lunghe code, gesti discreti ma carichi di affetto. In altre, l’intima eleganza del rito: luci soffuse, musica sommessa, la presenza discreta ma impattante di pubblici e privati.
Armani lascia un’eredità monumentale: un impero della moda (valutato in miliardi), fra sartoria, beauty, hotel, cultura e sport — compresa la squadra di basket Olimpia Milano — costruito con rigore creativo e spirito indipendente. Fino all’ultimo ha curato con mano perfetta la sua ultima collezione, quella del cinquantesimo anniversario del brand, confermando un’ingegneria stilistica e personale straordinaria .
Questo tributo fotografico dall’archivio del nostro Umberto Pizzi vuole celebrare quell’uomo che, con sobrietà e visione, ha trasformato la moda e ha donato all’Italia un volto riconosciuto e ammirato in tutto il mondo — con lo stesso rigore poetico con cui ha chiuso gli occhi, lasciando un segno, un’eredità e un’eredità di stile che non svanirà.