Si sono tenuti questa mattina, alla chiesa Valdese di Roma, i funerali laici di Massimo Bordin, giornalista e voce storica di Radio Radicale morto mercoledì. Dopo i ricrdi commossi dei colleghi – e non solo – che hanno arricchito le pagine dei giornali degli scorsi giorni, il saluto commosso di familiari, politici, amici, che hanno percorso un pezzo di strada con il giornalista.
“Mi pare impossibile che non sentirò più la sua voce commentare l’attualità e la politica, con la rigorosa oggettività da giornalista e al contempo con la passione con la quale seguiva le vicende della galassia radicale”, ha detto Emma Bonino, ex ministro degli Esteri e esponente storica del Partito Radicale, che ha dato il suo ultimo saluto a Bordin, leggendo una lettera di Angiolo Bandinelli, durante la cerimonia funebre. “Il suo è un vuoto difficile da colmare, buon viaggio Massimo”, ha concluso Bonino.
“Vorrei ricordare il Massimo privato, la persona che chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, ha potuto apprezzare. Colto, mai arrogante, uomo di una moralità unica, spiritoso”. Con queste parole Paolo Mieli ha scelto di ricordare Bordin, intervenendo alla cerimonia funebre. “Quando ebbe un periodo di divergenze con Marco Pannella – ha raccontato Mieli – gli offrii di passare con noi al Corriere della Sera, alla nostra radio web, per gestirla, lo avremmo coperto d’oro. Massimo non ebbe nessun tentennamento nel rifiutare, ne fece un punto d’onore rimanere con la tribù con la quale aveva condiviso la vita. Gli voglio rendere onore in pubblico dicendo che ha fatto bene”. “La vita vale la pena di essere vissuta anche perché si incontrano persone come lui”, ha concluso Mieli.
Una sala gremita ha dato l’ultimo saluto a Bordin; anche fuori dalle mura della chiesa Valdese si sono accalcati altrettanti protagonisti delle vicende italiane. E’ significativo che ai suoi funerali hanno partecipato gli opposti d’Italia. Da una parte, Umberto Pizzi ha immortalato Adriano Sofri che ha ricordato Bordin sul Foglio con queste parole: “Come tanti altri (dovremmo radunarci tutti oggi simbolicamente, da qualunque parte proveniamo) quando improvvisamente volevo sapere qualcosa, e farmela spiegare, gli telefonavo: nemmeno una volta mi ha detto di chiamarlo in un altro momento, che aveva da fare. Aveva un daffare strepitoso”. Poco più in là, a congedarsi dalla voce roca di “Stampa e regime” anche Francesca Mambro e Giusva Fioravanti protagonisti della stagione del terrorismo e anche condannati per la strage di Bologna.
Per Formiche.net era presente Umberto Pizzi. Ecco tutte le sue foto.
(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata