In pochi nutrivano ottimismo sugli esiti e invece si è concluso con un accordo il ventunesimo vertice bilaterale tra l’Unione europea e la Cina, in corso ieri a Bruxelles, dopo che Pechino ha accettato sostanzialmente tutte le richieste dell’Ue per i diversi punti inizialmente controversi della bozza di dichiarazione congiunta con le conclusioni del summit. L’accordo arriva nella stessa giornata in cui Donald Trump ha minacciato l’Ue promettendo 11 miliardi di dollari di dazi. Nell’elenco del presidente Usa, anche diversi prodotti made in Italy. Mentre Trump alza la voce, Pechino è invece passata all’incasso ottenendo anche messaggi tranquillizzanti sulle sue imprese di Tlc, con rassicurazioni e aperture sul 5G Huawei da parte di Juncker e Tusk.
Al vertice hanno partecipato, per l’Ue, proprio il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune (Pesc), Federica Mogherini, e per la Cina il premier Li Keqiang e il ministro degli Esteri, Wang Yi. Innanzi tutto, gli europei hanno ottenuto che nel punto sulla riforma dell’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto), Pechino accettasse per la prima volta di mettere in discussione le sovvenzioni dello Stato cinese all’industria (menzionando “l’obiettivo di rafforzare le regole internazionali sui sussidi industriali”), senza chiedere in contropartita la messa in causa anche dei sussidi agricoli (che per l’Ue avrebbe significato una rimessa in causa della Politica agricola comune).
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