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Sorrisi e strette di mano tra Landini e Tremonti all’Istituto Sturzo. Foto di Pizzi

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Giulio Tremonti
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Murizio Landini, Giulio Tremonti
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Murizio Landini, Giulio Tremonti
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Murizio Landini, Giulio Tremonti
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Murizio Landini, Giulio Tremonti
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Murizio Landini, Giulio Tremonti
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Murizio Landini, Giulio Tremonti
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Murizio Landini
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Murizio Landini
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Murizio Landini sulla poltrona di don Luigi Sturzo
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Murizio Landini sulla poltrona di don Luigi Sturzo
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Giulio Tremonti
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Murizio Landini sulla poltrona di don Luigi Sturzo
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Murizio Landini, Giulio Tremonti
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Murizio Landini, Giulio Tremonti

Avversari un tempo, forse. Oggi un po’ meno. E poi, ciò che non divide, unisce. Soprattutto se si parla di Ilva. Una strana coppia quella vista ieri intorno al tavolo dell’Istituto Luigi Sturzo: Giulio Tremonti, ex ministro dell’Economia e Maurizio Landini, ex leader Fiom. Riuniti in occasione del convegno A come acciaio, B come banche, nel corso del quale è stato presentato Rinascimento, libro manifesto dell’omonimo movimento fondato da Tremonti con Vittorio Sgarbi.

Tremonti è partito forte,  da uno dei grandi mali dell’Italia. L’incapacità di tenersi stretta la propria industria. Riferimento nemmeno troppo esplicito al caso Ilva, su cui l’attuale governo si è macchiato di un peccato originale. “Averla venduta agli stranieri, agli indiani di Arcelor Mittal. Questi sono i tempi della chiamata allo straniero”. Tremonti ha anche un colpevole, il ministro dello sviluppo Carlo Calenda. “Non può essere mercatista sull’Ilva e colbertista su altre cose italiane, oppure andare in Francia e farsi fare prigioniero” (continua a leggere l’articolo di Gianluca Zapponini).

Per Formiche.net era presente Umberto Pizzi. Ecco tutte le sue foto.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata


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