Si è parlato di Donald Trump e delle conseguenze della sua elezioni sugli Stati Uniti e sull’Europa, ieri, al Centro Studi Americani nel corso del dibattito organizzato da Leonardo/Finmeccanica e dalla rivista di geopolitica Limes. Titolo dell’iniziativa: “L’Agenda di Trump“.
L’appuntamento – introdotto dalle considerazioni preliminari del presidente del Centro Studi Americani e di Leonardo Gianni De Gennaro – è stato animato dagli interventi dell’amministratore delegato di Leonardo Mauro Moretti, del viceministro degli Esteri Mario Giro e del direttore di Aspenia Marta Dassù. La rivista Limes era rappresentata sia dal direttore Lucio Caracciolo che dal giornalista Dario Fabbri.
Per approfondimenti si può leggere l’articolo scritto sul tema da Andrea Picardi. Eccone una parte:
“Una certezza esiste: gli Stati Uniti, pure con l’elezione di Donald Trump, rimangono ancora la più importante potenza mondiale. Ma il loro modo di interpretare questo ruolo è cambiato e sta cambiando – per fattori interni ed esterni – tanto da far dubitare che continueranno ad essere, anche nei prossimi decenni, i leader globali. In poche parole, l’impero a stelle strisce durerà?
IL DIBATTITO
Attorno a questa domanda si è sviluppato il dibattito – che si è svolto ieri al Centro Studi Americani – organizzato da Leonardo/Finmeccanica e dalla rivista di geopolitica Limes. Risposte univoche – com’è normale che sia – non sono arrivate. Anzi, sono emerse due impostazioni. Da un lato c’è stato chi ha affermato che, al netto dei cambiamenti in atto, gli Usa non abdicheranno al loro ruolo di architrave della politica internazionale e, dall’altro, chi ha osservato invece che, volenti o nolenti, perderanno comunque progressivamente questa posizione di primazia“.
Per Formiche.net era presente anche Umberto Pizzi. Ecco alcuni dei suoi scatti più significativi
(Foto di Umberto Pizzi/Riproduzione riservata)