Il 19 febbraio del 2016 moriva a Milano Umberto Eco, filosofo, saggista, scrittore, autore del romanzo “Il nome della rosa” (che vinse il Premio Strega nel 1981).
Nel suo testamento Umberto Eco ha chiesto ai suoi familiari di non autorizzare né promuovere, per i dieci anni successivi alla sua morte (quindi sino al 2026), alcun seminario o conferenza su di lui, ma il suo pensiero e le sue opere non sono state dimenticate dal pubblico. Nei prossimi giorni, infatti, la casa editrice La Nave di Teseo – che ha contribuito a creare nel 2015 – pubblicherà nuovamente il romanzo che lo vide vincere lo Strega, “Il nome della rosa”.
“Di un uomo come Umberto è bene distinguere due livelli- spiegava Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale de La Nave di Teseo -. Quello dello scrittore, saggista, romanziere che non può mancare perché c’è. È con noi, nelle sue innumerevoli opere che non basterebbe una vita per rileggerle e comprenderne tutti i significati. Pensa al ‘Fascismo eterno’ o ‘Migrazioni e intolleranza’: sono bestseller e risalgono agli anni ’90. È bastato ripubblicarli e sono diventati due libri simbolo, anche delle Sardine”. “Poi – prosegue in una conversazione con l’Ansa – c’è un livello personale: la curiosità che Eco aveva, la passione e il senso del divertimento che riusciva a coniugare magicamente con un rigore professionale ed etico senza pari. E il suo entusiasmo, quasi da bambino, quando fondammo La nave di Teseo. Ecco, queste cose, mi mancano ma le abbiamo vissute e stanno nella mia memoria”.
Per ricordarlo, ecco una selezione di foto dall’archivio di Umberto Pizzi che, nel corso degli anni, ha fotografato Eco in occasioni pubbliche e non.
(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata