Esattamente un anno fa, il 19 febbraio 2016, moriva Umberto Eco, uno degli italiani più importanti e conosciuti al mondo.
Eco era considerato da tutti un grande intellettuale. Si è distinto per essere un grande esperto di comunicazione e dei nuovi linguaggi mediali. È stato uno dei primi ad approcciarsi al mondo della semiotica, è stato filosofo e scrittore. Da grande osservatore della società quale era, si interessava anche di politica.
Hanno la sua firma opere di successo come “Il pendolo di Focault”, “Il cimitero di Praga”. Di sicuro, il più amato resta “Il nome della rosa”, bestseller internazionale (ha venduto più di 14 mila copie), uscito nel 1980, e dal quale è stata tratta l’omonima versione cinematografica nel 1987, vincitrice di 4 David di Donatello.
Il 5 gennaio 2015, il giorno del suo compleanno, è stato pubblicato il suo ultimo libro, ispirato alle vicende di Tangentopoli e alla P2, dal titolo “Numero Zero”. Sarà il suo ultimo libro pubblicato con la Bompiani. Poco dopo la sua morte, è uscito il suo ultimo libro “Pape Satan Aleppe”, una raccolta di saggi d’attualità. con la casa editrice La Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi (ex Bompiani).
Oltre ad essere ricordato come un grande scrittore, Eco è stato un eccellente saggista. Numerosi sono infatti i suoi saggi, tra i più famosi, “Lector in fabula”, scritto nel 1979, dove il tema centrale era l’interpretazione testuale. Mentre, altro saggio importante, pubblicato nella raccolta “Diario Minimo”, è stato quello sulla fenomenologia di Mike Bongiorno. Eco lo scrisse nel momento più alto della carriera del noto presentatore televisivo.
La carriera accademica di Eco è sempre stata parallela a quella di scrittore e semiologo. Appena laureato in Filosofia, nel 1954, Eco vinse il concorso e iniziò il suo percorso in Rai.
Eco è sempre stato un personaggio molto influente nel mondo della cultura. Nei suoi ultimi anni di vita, fecero scalpore alcune dichiarazioni sul fenomeno dei social network. Secondo lo scrittore i social “danno diritto di parola a legioni di imbecilli”.
A distanza di un anno dalla sua morte, la sua città natale, Alessandria (narrata nel suo libro Baudolino), ha deciso di realizzare un tour della città in suo onore basandosi sulle tappe raccontate nel libro di Eco. Mentre Milano, sua ultima e amata dimora, gli dedicherà una via.
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