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Venezuela, il culto di Chávez e la crisi umanitaria. Reportage da Caracas

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Javier Ramírez - Ghetto Photo
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Mairet Chourio - Ghetto Photo

Sono passati 19 anni da quando il presidente venezuelano Hugo Chávez è arrivato al potere. Dopo due colpi di Stato falliti nel 1992, Chávez ha vinto le elezioni presidenziali a dicembre del 1998 con la promessa di “rottamare” la classe dirigente venezuelana e ridare più poteri e risorse al popolo. Oggi il Paese sudamericano attraversa la più grave crisi sociale, politica, economica ed umanitaria della sua storia.

Due giorni fa è morto un giovane di 22 anni nelle manifestazioni dell’opposizione a Caracas. È la vittima numero 75 da quando sono cominciate le proteste ad aprile. Il giovane è rimasto mortalmente ferito nel quartiere di Altamira, nella parte est della capitale. Secondo José Manuel Olivares, medico e deputato dell’opposizione, lo sparo sarebbe arrivato da un membro della Guardia nazionale. Le manifestazioni in Venezuela avevano come obiettivo il sostegno di Luisa Ortega, la procuratrice generale, minacciata di messa in stato di accusa per “tradimento” dopo aver criticato l’assemblea costituente messa in campo da Maduro.

Secondo Aldo Giordano, nunzio apostolico in Venezuela ricevuto il 26 giugno da Papa Francesco, “il bene del popolo deve diventare una priorità: solo così si può raggiungere la pace”. La visita di Giordano segue quella di inizio mese da parte della Conferenza episcopale del Venezuela. Il Papa “conosce molto bene la situazione politica e sociale ed è preoccupato – ha detto mons. Giordano -. Ho potuto raccontare cosa sta succedendo, cosa accade a livello di manifestazioni popolari, di problemi del popolo del Venezuela, del problema del cibo, dei medicamenti e anche delle difficoltà di andare verso una soluzione. Purtroppo non si vede molta luce in questo momento, però il Papa ha incoraggiato molto a trovare cammini di solidarietà, il cammino di donare speranza alle persone, mantenere una fede e anche ha ribadito che la Santa Sede è disponibile per ogni aiuto se si aprono possibilità di qualche tipo di trattativa, o quando vedrà che c’è una volontà reale di affrontare i problemi”. Giordano ha detto che il “Papa dice sempre che dobbiamo aiutare il Venezuela. Quindi, c’è un misto di sofferenza e anche una rinnovata fiducia. Il Papa è preoccupato soprattutto che non ci sia violenza, dice: ‘Con la violenza non si risolvono i problemi’. Quindi dobbiamo avere il coraggio di intraprendere altri sentieri”.

Foto: Ghetto Photo


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