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Marramao, Padellaro, Ripa di Meana e Strinati alla presentazione del libro di Sermonti. Foto di Pizzi

CARLO E MARINA RIPA DI MEANA
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Carlo e Marina Ripa di Meana
Carlo e Marina Ripa di Meana
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Carlo e Marina Ripa di Meana
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Carlo e Marina Ripa di Meana
Carlo e Marina Ripa di Meana
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Carlo e Marina Ripa di Meana
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Carlo, Marina e Ludovica Ripa di Meana
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Carlo, Marina e Ludovica Ripa di Meana
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Carlo e Ludovica Ripa di Meana
Carlo e Ludovica Ripa di Meana
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Carlo, Marina e Ludovica Ripa di Meana
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Ludina Barzini e Carlo Ripa di Meana
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Claudio Strinati
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Giacomo Marramao e coniugi Strinati
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Giacomo Marramao
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Livia Aymonino
VITTORIO SERMONTI GIACOMO MARRAMAO
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Vittorio Sermonti e Giacomo Marramao
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Antonio Padellaro
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Vittorio Sermonti e Antonio Padellaro
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Vittorio e Pietro Sermonti
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Giorgio Montefoschi e Vittorio Sermonti
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Vittorio Sermonti e Ludovica Ripa di Meana
CARLO E MARINA RIPA DI MEANA
Carlo e Marina Ripa di Meana
Carlo e Marina Ripa di Meana
Carlo e Ludovica Ripa di Meana
VITTORIO SERMONTI GIACOMO MARRAMAO
Tra i finalisti del premio Strega c’è anche lui, Vittorio Sermonti, classe 1929, saggista, regista di radio e tv, giornalista e docente, con “Se avessero”, edito da Garzanti. A pochi giorni dall’evento letteraio più importante dell’anno, il libro, arrivato nella famosa “cinquina”, è stato presentato ieri, lunedì 4 luglio, nella cornice dell’Hotel Columbus in via della Conciliazione a Roma.
“Se avessero – ha detto Sermonti – è un esercizio di indagine interiore. La storia è quella di un ragazzo di 70 anni fa, con un fratello biondo che rischia di essere ammazzato dai partigiani, una famiglia materna antifascista ma non per questo isolata dalla nazione circostante e la piccola enclave fascista della famiglia paterna, il tutto secondo quel congegno di scatole cinesi così familiare agli italiani. Il libro – ha concluso l’autore – è anche una lunga canzone d’amore per un tu cui l’io narrante deve molto: lei ha girato la clessidra e tutto è ricominciato”.
Tra i presenti anche i coniugi Ripa di Meana con la figlia Ludovica, Ludina Barzini giornalista che ha lavorato con L’Espresso, Il Corriere della Sera e La Stampa, e lo storico d’arte Carlo Strinati.
(Foto: Umberto Pizzi/riproduzione riservata)

 

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