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Zingaretti, Pisapia, Legnini e Kyenge insieme per fare rinascere la sinistra. Foto Pizzi

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Giacomo Marramao e Livia Turco
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Giacomo Marramao e Livia Turco
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Giovanni Legnini e Livia Turco
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Giovanni Legnini e Livia Turco
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Giovanni Legnini, Livia Turco e Cecile Kyenge
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Giovanni Legnini e Livia Turco
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Giovanni Legnini, Livia Turco e Cecile Kyenge
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Giuliano Pisapia e Nicola Zingaretti
Marco Furfaro, Cecile Kyenge
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Marco Furfaro, Cecile Kyenge
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Marco Furfaro, Cecile Kyenge
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Livia Turco
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Giacomo Marramao e Livia Turco
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Giuliano Pisapia e Nicola Zingaretti
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Giuliano Pisapia e Nicola Zingaretti
Cecile Kyenge e Giacomo Marramao
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Cecile Kyenge e Giacomo Marramao
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Livia Turco
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Giovanni Legnini
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Giovanni Legnini e Cecile Kyenge
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Giovanni Legnini, Livia Turco e Cecile Kyenge
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Nicola Zingaretti
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Nicola Zingaretti e Livia Turco
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Nicola Zingaretti
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Nicola Zingaretti
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Nicola Zingaretti
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Giuliano Pisapia
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Nicola Zingaretti e Giuliano Pisapia
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Giovanni Legnini, Livia Turco e Cecile Kyenge
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Pisapia e Zingaretti
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Pisapia e Zingaretti
Marco Furfaro, Cecile Kyenge
Marco Furfaro, Cecile Kyenge
Cecile Kyenge e Giacomo Marramao
Cecile Kyenge e Giacomo Marramao

Tutti insieme, uniti, per rifondare la sinistra. Dopo però l’elezione di Nicola Zingaretti come segretario del Partito Democratico.

Il coordinatore di Piazza Grande, Massimiliano Smeriglio, ha spiegato in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, che l’elezione del presidente della Regione Lazio “è la precondizione per riaprire la partita a sinistra. Per trasformarla davvero in una ‘Piazza Grande’. E perché  le primarie siano un evento di popolo bisogna portare a votare almeno 1 milione e 200 mila persone. Così rinasce un campo democratico. Abbiamo bisogno di allargare e rinnovare la sinistra. Altrimenti accettiamo la deriva salviniana: razzista, nazionalista e maschilista”.

Come punto di partenza, gli esponenti politici della sinistra si sono dati appuntamento all’evento “A Sinistra, la Piazza Grande” allo Spazio Eventi di Roma. Hanno partecipato Nicola Zingaretti, Giovanni Legnini, Giuliano Pisapia, Goffredo Bettini, Marta Bonafoni; Amedeo Ciaccheri, Marco Furfaro, Greta Guadalupi, Giovanni Legnini, Ami Saracino Kida, Cecile Kyenge, Leonardo Majocchi, Giacomo Marramao, Silvio Maselli, Giuliano Pisapia, Maria Pia Pizzolante e Livia Turco.

“Nel mio Pd c’è spazio per tutti – ha dichiarato Zingaretti a Repubblica -, ma deve essere chiaro che se ci riproponiamo come il partito borioso che pensa di aver non sbagliato nulla chiudiamo le porte a una funzione possibile che la storia ci sta riconsegnando. La vera novità di queste ultime settimane è la mole di elettori che si sentono traditi dal governo. Di Maio, con la sua subalternità totale a Salvini, sta provocando grande inquietudine nell’elettorato 5S. Più in generale in otto mesi di governo stanno bruciando la fiducia nel sistema Paese e l’economia cammina quando c’è fiducia”.

“Non basta denunciare l’incapacità del governo – ha aggiunto Zingaretti-. Dobbiamo ricostruire la credibilità del Pd imponendo un’agenda basata sulla sostenibilità ambientale: sviluppo e lavoro, coinvolgendo tutte le energie che arrivano dal mondo produttivo, economico, culturale, civico. Si sono visti i primi risultati in Abruzzo e altri ne vedremo in Sardegna. Bisogna rigenerare il nostro campo e radicarlo di nuovo nella società, a cominciare da quei settori popolari nei quali siamo assenti”.

Foto: Umberto Pizzi – Riproduzione riservata

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