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Una norma “controversa”, per via delle posizioni diverse suscitate, trova spazio nella Legge di Stabilità. Nel maxi-emendamento di “mezzanotte” del governo, approvato con la fiducia al Senato, c’è infatti quella che è stata definita una disposizione ammazza-rinnovabili. E alla Camera si annuncia già una modifica al testo, che avrà comunque il “peso” di non poter esser cambiato se non da osservazioni governative (proprio per il voto di fiducia a Palazzo Madama, altrimenti si tornerebbe ad una seconda lettura).

DI CHE COSA SI TRATTA

In sostanza la norma introdotta nella Legge di Stabilità, con il parere favorevole del ministero dell’Economia, rimanda all’Autorità per l’energia elettrica e il gas la possibilità di intervenire in materia di remunerazione della capacità di generazione per garantire, qualora ce ne fosse bisogno, la sicurezza del sistema elettrico. Ovvero, in due parole, capacity payment. Con quella dei produttori termoelettrici che verrebbe caricata anche sulle spalle delle imprese di rinnovabili, dal momento che la norma amplia la formula.

PERCHE’ AMMAZZA RINNOVABILI?

A stanare l’emendamento è stata, manco a farlo apposta, Legambiente che parla da subito di “un nuovo e ulteriore sussidio alle fonti fossili” (dopo aver fatto un’analisi di quanto si nasconde nelle ‘pieghe’ delle bollette). Per il presidente dell’associazione, Vittorio Cogliati Dezza, “c’è un nuovo sussidio che va ad aggiungersi a quei 12 miliardi già calcolati a totale discapito delle fonti rinnovabili”. Stando a quanto circolato, la norma dovrebbe offrire sconti ai grandi energivori, oltre a chiedere che anche i produttori di rinnovabili partecipino alla sicurezza del sistema elettrico. Non è chiaro, anche perché l’Authority dice di ‘no’, se le risorse verranno prese dalle bollette dei cittadini o se ci sarà una formula che, presumibilmente, proverà a pescare in diversi ambiti.

CONTRARI I MINISTRI ZANONATO E ORLANDO

I ministri dello Sviluppo economico Flavio Zanonato e dell’Ambiente Andrea Orlando sono pronti ad effettuare modifiche: Zanonato si è detto “assolutamente contrario” alla norma ricordando di averlo “fatto presente al relatore” anche se “in ritardo” a causa degli impegni nella bilaterale Italia-Russia a Trieste; però pensa comunque che “con il ministro Orlando” si potrà portare “in Parlamento la mia opinione perché venga eliminato dalla Finanziaria”. E Orlando si trova sulla strada: “Intendo con il ministero dello Sviluppo economico proporre un emendamento, che mi auguro possa diventare governativo, che modifichi la norma nel passaggio alla Camera”. Inoltre il titolare dell’Ambiente è “d’accordo nel ridurre i finanziamenti alle fonti fossili: bisogna respingere l’attacco alle rinnovabili, così come e’ accaduto  nei vari passaggi della Legge di Stabilità in Senato”.

LA POSIZIONE DI ASSOELETTRICA

Il presidente di Assoelettrica Chicco Testa prova a fare ordine sull’introduzione della norma in Legge di Stabilità: “Mi sorprende che una norma che chiede all’Autorità di integrare uno strumento di remunerazione già esistente da diversi anni abbia destato tutto questo clamore – commenta il manager  – Il testo chiarisce semplicemente un principio fondamentale e non vedo come potrebbe essere altrimenti: ovvero che tutti gli attori del sistema, intesi come consumatori, produttori convenzionali e produttori rinnovabili, devono partecipare senza discriminazioni alla copertura dei costi per la sicurezza del sistema”. Secondo Testa – il quale ha anche risposto alle osservazioni di Legambiente sugli aiuti ai sussidi fossili – “si tratta di una materia tipicamente regolatoria e la norma non fa che restituire  all’Autorità il compito di occuparsene. Sarà l’Autorità – conclude – ad identificare le misure per integrare il meccanismo di remunerazione, strumento necessario per garantire l’adeguatezza del  sistema. In ogni caso, la norma non prevede alcun onere retroattivo sulle rinnovabili né intacca gli incentivi attualmente previsti”.

IL NUOVO MECCANISMO E LE BOLLETTE

Un “bollino” di garanzia arriva però proprio dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Il presidente Guido Bortoni infatti osserva come il meccanismo di capacity payment introdotto nella Legge di Stabilità “non peserà sulle bollette dei cittadini, come previsto dal testo della legge”. Per Bortoni “ci sono diversi contenitori da cui attingere” e “non solo le rinnovabili”. Poi lo stesso presidente dell’Authority avverte che quello di cui si discute è per ora “un provvedimento provvisorio”, e che “noi teniamo di più alla definizione del meccanismo di capacity market a regime che sarà introdotto nel 2017”.

LA MICCIA ACCESA SU TWITTER

La norma, secondo alcune discussioni su Twitter, sembrerebbe avere ben 525 commi. Qualcuno parla di “praterie per le lobby”, altri fanno presente come le cose “da governo a governo” non cambino mai, altri ancora se la prendono dicendo che in una Legge di Stabilità non dovrebbero trovare spazio questione che non sono di competenza. La miccia però sul social network l’ha accesa proprio il capo della segreteria tecnica del ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Firpo, che in un tweet stamattina ha scritto: “Nella Legge di Stabilità entra un osceno sussidio alle fonti fossili (capacity payment)… ” chiedendo cosa ne pensassero dell’argomento Carlo Stagnaro, direttore studi e ricerche dell’Istituto Bruno Leoni, e Stefano da Empoli, presidente dell’Istituto per la competitività. Le risposte non si sono fatte attendere. Il primo, Stagnaro, ha offerto una sua spiegazione, molto “masticabile”, della norma che poggia sul fatto che i consumatori vengono “tassati” per “sussidiare” un po’ tutti: nelle conclusioni dice che i consumatori energivori hanno ottenuto una serie di sconti tariffari e che i produttori di rinnovabili sono stati chiamati a contribuire ai costi di sistema che producono; un contributo che però – continua Stagnaro – servirà a sostenere i conti dell’industria elettrica convenzionale. Più sintetico da Empoli: “Odio tutti i sussidi non indispensabili per l’interesse del Paese e ho molti dubbi che capacity paymente lo sia”.

IL CASO A PALAZZO MADAMA

Dopo l’emendamento di ‘mezzanotte’ – tra l’altro preso di mira anche per problemi estetici (copie tagliate con parti mancanti e fogli con appunti scritti a mano) – Palazzo Madama ha approvato il testo dei relatori, passato con il parere favorevole del ministero dell’Economia. A ben guardare, tra le righe della disposizione, si possono però leggere alcune pressioni che quantomeno giustificherebbero una modifica dell’ultima ora e che potrebbero trovarsi alla base della proposta inserita nel maxi-emendamento; frutto probabilmente di spinte trasversali che potrebbero avere come origine il fatto che il settore termoelettrico, e le grandi aziende che hanno sofferto per l’esplosione delle rinnovabili, non disdegnerebbe una norma del genere.

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