Skip to main content

Stavolta Cina o Emergenti non c’entrano. La disputa commerciale è tutta interna ai confini dell’Unione europea, e dimostra ancora una volta quanto contino le imprese nazionali nella politica, anche quando va in scena a Bruxelles. ll punto di scontro sono le emissioni delle auto di lusso tedesche, di cui Parigi ha bloccato l’import.

Più che per uno slancio green, François Hollande intende probabilmente proteggere le case automobilistiche francesi, più concentrate su un segmenti meno inquinanti e già piegate dalla crisi delle immatricolazioni. Non solo. Parigi torna ad alzare la voce nell’asse a due con Berlino, dopo che la Germania è riuscita ad incassare una vittoria importante per la sua industria in sede europea sulle emissioni, posticipandone l’attuazione in vista del 2020.

Guerra commerciale?

La Francia ha deciso di bloccare l’import di alcune auto tedesche Mercedes, sostenendo che queste non rispettano gli standard tecnici sulle emissioni dei gas di scarico. Sembra una disputa vecchia, ma, avverte l’Economist, potrebbe trasformarsi in una vera guerra commerciale, per di più tutta europea. Il casus belli sono le regole, sempre più rigide, dell’Ue sulle emissioni di Co2 che rischiano di danneggiare l’industria auto tedesca basata sul segmento luxury e quindi con maggiori emissioni rispetto ai meno inquinanti modelli francesi.

Il motivo tecnico dello stop

Il blocco ha riguardato circa 4000 auto che dovevano essere consegnate ai concessionari Mercedes francesi. L’appiglio? La Francia critica i fluidi usati per i condizionatori. Mercedes non si è ancora adeguata alle componenti indicate da Bruxelles perché le reputa infiammabili, e l’Agenzia tedesca per gli standard tecnici automobilistici ha permesso l’utilizzo dei vecchi fluidi. Dopo le proteste di Mercedes, la corte francese ha dato al governo francese due settimane di tempo per riconsiderare lo stop all’import, cercando così di trovare un compromesso per evitare un’escalation della disputa. Rischio che però sembra non essere stato allontanato.

Le previsioni dell’accordo Ue

L’ultimo accordo europeo prevede entro il 2020 la riduzione delle emissioni delle auto a 95g di CO2/km. Il provvedimento è soggetto a ratifica da parte degli Stati membri, ma dovrebbe portare entro il 2020 il consumo medio delle auto nuove, attualmente a circa 6 litri/100 km (in test), a 4 litri. Si prevede inoltre di migliorare ulteriormente l’efficienza del carburante del 4-6% all’anno dopo il 2020, il che potrebbe tradursi in risparmio di carburante entro il 2025 essendo sotto 3l/100km e con emissioni di CO2 inferiori a 70g/km.

Il ruolo di Merkel durante il consiglio europeo

Una decisione, evidenzia l’Economist, che danneggia le auto tedesche che producono oggi in media 147 grammi di Co2 per kilometro, e la cui applicazione è stata resa graduale nel tempo solo grazie alla forte attività di lobbying di Bmw sulla cancelliera Angela Merkel, che ha convinto la presidenza irlandese del consiglio a posticipare l’attuazione della normativa.

L’esercito di Berlino in Europa

Gli altri governi europei evitano di forzare la mano sulla questione temendo di ostacolare la campagna elettorale di Merkel in vista del voto di settembre. Ma lo stop francese all’import di Mercedes suona come un avviso alla Germania, che, tuttavia, continua a contare sull’appoggio di Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, dove sono assemblate le utilitarie tedesche. E il recente ingresso nell’Ue della Croazia permette alla Germania di rafforzare il suo fronte e di avere la maggioranza dalla sua nel consiglio europeo.

Il focus sul mercato Usa

E alle case produttrici europee, che sanno che dovranno adeguarsi agli standard Ue sulle emissioni, non resta che guardare oltreoceano. Bmw ha appena lanciato un modello elettrico super leggero così da abbassare le emissioni delle sue auto nel complesso, puntando sul mercato americano per quelle di punta più costose. A tutto gas quindi, almeno negli Usa.

Mercedes, Bmw, Audi. Le auto che fanno bisticciare Hollande e Merkel

Stavolta Cina o Emergenti non c'entrano. La disputa commerciale è tutta interna ai confini dell'Unione europea, e dimostra ancora una volta quanto contino le imprese nazionali nella politica, anche quando va in scena a Bruxelles. ll punto di scontro sono le emissioni delle auto di lusso tedesche, di cui Parigi ha bloccato l'import. Più che per uno slancio green, François Hollande…

Noi saggi e la Giustizia, dopo la sentenza su Berlusconi

Strattonata da più parti, la Giustizia è ritornata ad essere un tema caldo dell’agenda politica. Dopo la sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi, il Pdl ha posto una riforma in questo ambito come una questione imprescindibile per la durata del governo di larghe intese. Ma cosa pensano di questo tema coloro deputati a pensarle le riforme, la commissione di 35…

Il Fatto Quotidiano se la prende con il Corriere sul post-sentenza Berlusconi

"Nasce il partito dell'impunità per salvare il delinquente" attacca Il Fatto Quotidiano: "Il Corriere della Sera, con Angelo Panebianco, prende la guida del fronte che vuole smantellare la giustizia uguale per tutti e regalare il salvacondotto al Caimano". Napolitano nega di avere indicato vie d’uscita parlamentari, ma conferma di stare “esaminando” il caso B. (oggi insabbiato dalla giunta del Senato).…

La glasnost di Papa Francesco in Slovenia

Ripulire prima di ricostruire: eliminare ciò che non va, riflettere e poi decidere. E’ questa, almeno nei primi cinque mesi di pontificato, la "linea Bergoglio" per rimettere le cose in ordine in Vaticano, laddove non funzionano, soprattutto sotto gli aspetti economici e finanziari. Ne è testimonianza il "licenziamento" (o meglio, l'accettazione della rinuncia al governo pastorale) dei due arcivescovi titolari…

Incontro con il Ministro Giovannini alla Versiliana, tante belle parole ma i fatti?

  L’Italia è ancora una Repubblica fondata sul lavoro? Questa è la domanda attorno alla quale è stato organizzato il ciclo di incontri del Caffè la Versiliana che ha visto come ospiti il segretario della CGIL Susanna Camusso e il ministro Enrico Giovannini rispettivamente il 5 e l’8 agosto 2013, a Marina di Pietrasanta. A questi incontri ho partecipato come ospite occasionale, dato…

Dove si investe (davvero) nella ricerca

In Italia, si sa, la ricerca universitaria non versa in ottime acque. I tagli alle risorse economiche ad essa destinate sono tali da non garantire - oltre allo sviluppo della ricerca stessa - degli stipendi dignitosi per i ricercatori. Racconto di seguito le testimonianze di due ricercatrici italiane, che hanno preferito rimanere anonime: la prima lavora per un’università italiana, la…

Dopo esternazioni a cena e sul "Mattino", Esposito? "Unfit" di giudicare il Cav!

Il giudice Antonio Esposito, a capo del collegio feriale della Cassazione, che ha emesso la sentenza Mediaset, ha rilasciato un'intervista a "Il Mattino", in cui ha- inopportunamente, come ha osservato il Primo Presidente della Cassazione- spiegato le ragioni della condanna di Berlusconi. Intervista poi, genericamente,  smentita, in alcuni passaggi, dal Presidente della Corte.  Parlando del motivo, per cui si è…

×

Iscriviti alla newsletter