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Ci siamo permesse di ricordare nei nostri contributi proprio dedicati a Formiche che danni sono stati compiuti non solo in Alitalia ma in tanti “altri gioielli di famiglia” da privatizzazioni o cessioni o chiusure  come recentemente Telecom e prima IRI, Cirio ecc….aziende pubbliche e private,banche, tenaci roccaforti di una gerontocrazia sopratutto maschile molto autoreferenziale e dove il ricambio generazionale  è divenuto impossibile e dove i galantuomini dell’industria e dello sviluppo sono stati emarginati.

Vero è che la classe dirigente nostrana ha una età media di 60 anni ed è incapace spesso di misurarsi anche a livello politico con la sfida posta dal cambiamento globale e dunque sempre più spesso nella loro autoreferenzialità debole sul versante del merito, delle competenze, delle capacità individuali. Una selezione dunque spesso compiuta sulla fedeltà politica incancrenita piuttosto che sul coraggio e la  propensione al rischio, una rete relazionale autoreferenziale, cui appartiene sia il raccomandante sia il raccomandato e la cui pavidità è spesso di una esuberanza offensiva  e difensiva dei loro privilegi.

L’appartenenza a una cordata relazionale, sia essa una dinastia, una organizzazione o un partito è l’elemento dominante. La mancanza di specifiche attività di formazione aggiornata, insieme al venir meno del ruolo formativo storicamente svolto dai partiti di massa, ha contribuito al declino della classe dirigente italiana, sempre più focalizzata su istanze particolaristiche, e sempre meno rivolta al perseguimento dell’interesse generale e alla visione complessiva del benessere della società.

L’Italia dovrebbe modificare il suo modello sociale, indirizzandolo verso quello di quei paesi europei dove la liberalizzazione delle dinamiche di mercato va di pari passo con una politica di più forti interventi  mirati alle persone e allo sviluppo economico anche in termini di sussidiarietà agita tra pubblico e privato.

Dovrebbe cioè investire maggiormente in ricerca, tecnologia e risorse umane, offrendo maggiori opportunità anche ai suoi giovani talenti valorizzando solo i bravi maestri e maestre . E soprattutto dovrebbe affermare il merito, anziché le appartenenze.

Pubblica amministrazione

Ricerca, tecnologia e risorse umane. La ricetta dell'Italia che premia il merito

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