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Non sappiamo se e quando ci sarà il passaggio del testimone da Silvio a Marina Berlusconi.
Né intendiamo arruolarci a quella compagnia di giro entusiasta quando la legge dinastica funzione, e come funziona, tra i democratici americani dai Kennedy a Obama; meno se tocca ai repubblicani della dinastia dei Bush, mentre si straccia le vesti se e quando accadrà con la famiglia Berlusconi.

Personalmente siamo eredi di una cultura politica che non prevede successioni dinastiche, ma la partecipazione personale e collettiva a organismi, i partiti, nei quali funzioni la regola aurea della democrazia: una testa un voto.

Nostra ambizione e dichiarato orgoglio è di poter consegnare il testimone dei cattolici democratici e cristiano sociali a una nuova generazione di giovani, che intendano concorrere alla costruzione della sezione italiana del Partito Popolare Europeo, recando ad essa la migliore tradizione dei democratico cristiani.

Nel tempo della personalizzazione della politica, delle leadership carismatiche a forte sostegno dei mezzi di comunicazione di massa, specie se controllati dagli stessi attori politici, l’operazione annunciata dal Cavaliere del ritorno a Forza Italia, con la consegna dello scettro di comando alla figlia Marina, attraverso una delle solite affollate convention di ratifica formale delle decisioni del capo, potrà anche riuscire.

Il combinato disposto di un Cavaliere dimezzato e forse ridotto alle patrie galere come “martire”, se non giungerà in soccorso una soluzione presidenziale dell’alto colle, con la diffusa volontà degli elettori di ridare un altro colpo alla già infima credibilità di una giustizia resa impresentabile dopo le vicende dei vari Di Pietro, Ingroia, De Magistris, Emiliano sino all’ultimo Esposito, potrebbe riservare non poche sorprese sul piano elettorale.

Non va lontano dalla realtà l’analisi dell’amico Gianfranco Rotondi secondo cui, ancora una volta, la sinistra italiana, si troverà di fronte a un’altra imprevista sorpresa, grazie al combinato disposto di cui sopra. Spiace, soltanto, che Rotondi, continui nel suo ruolo di turiferario acritico del Cavaliere al quale, certo, deve non poco delle sue fortune politiche.

Noi continuiamo a sperare che lui, come tutti i “DC non pentiti” presenti nelle diverse formazioni politiche ormai allo sbando e in fase di ristrutturazione, si impegnino nella ricostruzione su basi nuove e aggiornate di una nuova Democrazia Cristiana, in grado di portare la sua migliore tradizione al confronto con le altre culture politiche di ispirazione liberale e socialista che hanno fatto grande l’Italia.

Molto dipenderà dalla capacità di tenuta del governo Letta e dalle prossime decisioni di fine agosto: pratica Imu e segnale sulla giustizia.

Se proprio il governo non dovesse tenere, meglio andare a votare con un sistema proporzionale con sbarramento al 4%, lo stesso che useremo nelle prossime elezioni europee del 2014, alle quali, in quel caso, le politiche potrebbero essere abbinate.

Spes contra Spem, continuiamo a sperare che prevalga il buon senso da parte di tutti e che il governo Letta-Alfano possa superare anche quest’ennesima burrasca di fine estate.

 

Letta oltre le burrasca di fine estate

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