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Lo stop al progetto di scorporo della rete da parte di Telecom è arrivato la settimana scorsa. Al gruppo infatti non è andata giù revisione delle tariffe 2013 per il rame stabilita dall’Agcom, un salasso di 110 milioni di euro per la società. Ma il presidente Franco Bernabè torna oggi a invocare il sostegno della politica e l’autonomia dell’Autorità per la realizzazione dello spin-off. E, nell’obiettivo dello scorporo, i favorevoli allo scorporo trovano un buon alleato nel presidente della Cdp, Franco Bassanini, che chiede un potenziamento della società controllata dal Tesoro per partecipare efficacemente al progetto.

L’appello di Bernabè a politica e Agcom

Il progetto dello scorporo della rete è “un grande progetto complesso e costosissimo” che non può pesare solo sulle spalle di Telecom, ha spiegato Bernabè, aggiungendo che la società “ha fatto la sua scelta, la sta portando avanti, ma c’è bisogno che la politica capisca e sostenga e che l’autorità Agcom partecipi nell’autonomia dei ruoli”. E’ un “insulto” pensare che per Telecom lo scorporo potesse essere “strumentale”, ha osservato.

No ad uno scorporo strumentale

“L’Agcom – ha detto Bernabè riferendosi alla decisione dell’Autorità sul prezzo di unbundling, (l’affitto da parte dell’ex monopolista, cioè di Telecom Italia, dell’ultimo miglio delle reti telefoniche agli operatori alternativi. L’unbundling ha permesso dal 1998 a oggi la liberalizzazione dei servizi di telefonia fissa) – fa quello che ritiene giusto e i livelli giurisdizionali decideranno, ma ha ragione Preto (Antonio Preto, consigliere Agcom) quando dice che mai si poteva immaginare che l’avremmo fatto strumentalmente come oggetto di negoziazione. Sarebbe stato un insulto alla nostra intelligenza e alla nostra disponibilità”.

Il potenziamento della Cdp

E l’interesse della Cdp alla partecipazione alla newco resta. “Un potenziamento del ruolo di Cdp da parte dello Stato può far quadrare meglio i conti dell’eventuale matrimonio con Telecom Italia sulla rete di accesso, se il progetto di scorporo da parte della società telefonica alla fine si realizzerà”, ha sottolineato Bassanini.

ll confronto con la CdC francese e la Kfw tedesca

Bassanini ha fatto riferimento agli strumenti a disposizione delle società omologhe di Cassa, la francese CdC e la tedesca Kfw. “Per legge non pagano le tasse, non pagano i dividendi e hanno la garanzia diretta della Stato”. Quest’ultima consente un migliore impiego delle risorse prestate dalla società pubblica alle banche per finanziarie le Pmi. Le banche infatti possono ridurre gli assorbimenti patrimoniali sui finanziamenti erogati grazie alla garanzia della società pubblica. “Se lo Stato ci dà i meccanismi per fare di più e meglio di quello che facciamo il ruolo di Cassa viene potenziato” e nell’eventualità del prospettato matrimonio con Telecom sulla rete “le condizioni per l’impiego delle risorse, se cambiamo, possono far quadrare meglio i conti”.

Le condizioni della Cdp per la partecipazione alla newco

Bassanini ha quindi ricordato le “tre condizioni” poste dalla società di via Goito per partecipare al progetto che nascerà dallo scorporo della rete Telecom. “Il nostro apporto deve servire ad accelerare gli investimenti; la società deve assicurare l’equivalence of input; i conti per noi devono tornare con una redditività sicura e ragionevole nei tempi medi e lunghi”, ha concluso.

Bassanini testimone di nozze del matrimonio fra reti

Lo stop al progetto di scorporo della rete da parte di Telecom è arrivato la settimana scorsa. Al gruppo infatti non è andata giù revisione delle tariffe 2013 per il rame stabilita dall’Agcom, un salasso di 110 milioni di euro per la società. Ma il presidente Franco Bernabè torna oggi a invocare il sostegno della politica e l'autonomia dell'Autorità per…

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