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Sono ovviamente benvenute le diversità di opinioni e di impostazione politica tra i giornaloni, che spesso invece sembrano avere pezzi-fotocopia, a parte sfumature differenti nei testi e nelle titolazioni. E chissà se le vendite non languono anche per questo, oltre che per il web. Ma non divaghiamo.

I due principali quotidiani del Paese, che informano e dunque anche formano (sempre meno) l’opinione pubblica (come dicono i giornalisti vecchio stampo), stanno giocando in questo frangente politico due partite diverse.

Sarà pure una interpretazione maliziosa, frutto di letture maligne o dietrologiche, però – come suol dirsi – carta canta. Non c’è troppo da andare a ritroso nel tempo, ma basta ricordare quando con un editoriale di Antonio Polito che destò una reazione piccata e ben poco bocconiana il Corriere della Sera redarguì Mario Monti per aver chiesto una verifica di governo facendo barcollare l’esecutivo delle larghe intese. Una difesa indiretta, ma molto chiara, del governo Letta e del premier in persona. Proprio nei giorni in cui la corazzata del gruppo Espresso, ovvero il quotidiano la Repubblica, lanciava le sue Idee a Firenze ospitando e concionando con il sindaco Matteo Renzi, prima che si inoltrasse in un tour europeo che lo ha portato anche da Angela Merkel.

E in questi giorni il quotidiano diretto da Ezio Mauro non ha esitato a tambureggiare contro Angelino Alfano, ministro dell’Interno e vicepremier, stimmatizzato in lungo e in largo da Repubblica per la pessima gestione del caso della moglie e della figlia del controverso dissidente kazako.

Certo, le notizie sono state date tutte e pure scovate. E’ il caso ad esempio del pezzo di ieri del Corriere della Sera in cui Fiorenza Sarzanini dava conto delle parole del capo di gabinetto del Viminale che di fatto sbugiardavano la versione in Parlamento data da Alfano, salvo una precisazione non troppo convincente dello stesso Giuseppe Procaccini. Il quale aveva parlato anche con il Fatto e Repubblica (e il quotidiano come notato ieri da Formiche.net aveva dato meno enfasi alle parole di Procaccini rispetto a quanto avesse fatto il Corriere della Sera).

Ma a dare il tono ai quotidiani sono i commenti e gli editoriali. E in questa ottica il Corriere della Sera è stato proprio un Pompiere della Sera, come lo definisce spesso la firma del Fatto, Marco Travaglio. Ieri compariva un editoriale cauto di Polito in cui non si chiedeva affatto, anzi, né le dimissioni di Alfano né si avanzavano critiche serrate al premier e all’esecutivo per la gestione del caso; a differenza di scoppiettanti e antigovernativi (dunque molto renziani, anche) commenti del quotidiano romano diretto da Mauro. E oggi un editoriale firmato da Piero Ostellino con un occhiello inequivocabile della linea del giornale diretto da Ferruccio de Bortoli: “Irresponsabile una crisi di governo”. E per di più un lungo articolo corsiveggiante di Gian Antonio Stella su Renzi (“Salvate il sindaco da se stesso”) con un sommario altrettanto inequivocabile: “Il rischio di disperdere in una alluvione di dichiarazioni fritto misto la simpatia accumulata”.

 

Il Corriere della Sera e di Letta

Sono ovviamente benvenute le diversità di opinioni e di impostazione politica tra i giornaloni, che spesso invece sembrano avere pezzi-fotocopia, a parte sfumature differenti nei testi e nelle titolazioni. E chissà se le vendite non languono anche per questo, oltre che per il web. Ma non divaghiamo. I due principali quotidiani del Paese, che informano e dunque anche formano (sempre…

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