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Cosa significa, al di là dell’aspetto prettamente giudiziario, la condanna a sette anni di Silvio Berlusconi e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici?

Dal mio punto di vista ci troviamo davanti all’affermazione del principio supremo che campeggia in ogni tribunale italiano “la legge è uguale per tutti”. Naturalmente è un’affermazione dei valori fondamentali della nostra Repubblica e della nostra democrazia.

Valori onorati proprio oggi, giorno della morte di uno dei Padri Costituenti, Emilio Colombo. Non solo, la condanna di Berlusconi apre una questione politica importante che riguarda destra e sinistra.

Berlusconi ha rappresentato un periodo di tensione e di scontri, una figura che ha diviso il Paese a metà tra chi lo venerava e chi lo detestava. Oggi gli equilibri si sono modificati e non è più una figura né da venerare né da odiare, la base dei sostenitori si è ampiamente ridotta negli ultimi anni. Il suo avversario storico, l’unico che lo ha battuto per ben due volte. Romano Prodi, lo invita a finire la corsa e a ritirarsi. Consiglio molto saggio che Berlusconi dovrebbe seguire.

Il problema, però, non è solo di Berlusconi e del PDL, politicamente, ma anche e soprattutto del PD. Non concordo affatto con quanto ha scritto Chiara Geloni, cosa assai frequente, su HuffingtoPost (HP). Ho sempre l’impressione che ci sia solo il tentativo di giustificare le scelte del PD o degli esponenti che al momento si trovano al “potere”, fu così con Bersani lo è ora con Letta.

Anche con quanto scrive Marco Travaglio non sono spesso in accordo, ma nel suo ultimo intervento sul blog del Fatto ha scritto qualche cosa che condivido al 100%: il problema adesso è del Partito Democratico.

Trovo che sia impensabile in qualsiasi Paese occidentale democratico che un Presidente del Consiglio possa interferire con le attività di polizia. Impensabile che un Presidente del Consiglio sia circondato da persone di cui non si conosce l’identità, tanto da “credere” (cerchiamo di essere ottimisti) che una minorenne sia la nipote di Mubarak e soprattutto intollerabile che si dicano menzogne così palesi da offendere l’intelligenza di ogni persona dotata di un minimo di buon senso.

Scrive Travaglio: “chiunque conoscesse le carte lo sapeva anche prima che lo dicessero i giudici: restava solo da capire se i fatti, assolutamente certi, configurassero dei reati, e quali” e ora quei fatti sono stati identificati come gravi reati.

Chiedersi cosa pensino Berlusconi e i suoi “falchi” sulla vicenda non ha senso. Ovviamente il condannato e i suoi sostenitori non la pensano affatto bene.

Il problema è per il Partito Democratico: può Letta proseguire un’esperienza di governo con un partito il cui leader è stato condannato per fatti gravissimi e interdetto dai pubblici uffici? Può il PD essere credibile agli occhi dei suoi elettori e di una larga parte degli italiani che alle elezioni hanno detto “basta” a Berlusconi e alla sua epoca? Puà il governo Letta lavorare in modo efficace con esponenti del PDL che difendono a spada tratta Berlusconi e accusano la magistratura alimentando un clima di tensione e sfiducia istituzionale?

La risposta, almeno per me, è un chiarissimo e semplicissimo no!

Concordo con la posizione espressa anche da Lucia Annunziata nel suo blog dell’HP.

Pensare che la sentenza su Berlusconi abbia solo effetti giuridici individuali è assurdo. Ovviamente questa condanna mina in modo definitivo l’esistenza del governo Letta e un Premier saggio, e di Centro Sinistra, prenderebbe subito l’occasione per sbarazzarsi dell’alleato scomodo e obbligato per cercare nuove geometrie politiche, specie ora che il M5S si sta sfaldando vedendo numerosi esponenti delusi dal movimento e dalla gestione di esso, che sono passati al Gruppo Misto.

Qualcuno accenda la lampadina delle idee nella testa di Enrico Letta. Il PD si dia una svegliata prima che sia troppo tardi e soprattutto sia chiaro che il governo a tutti i costi non è per il bene del Paese, quando è un governo dell’immobilismo e schiavo dei tempi giudiziari di questo o quell’esponente.

Il bene dell’Italia è di avere una classe politica rigenerata, pulita e che faccia qualche cosa di utile. Attendiamo con trepidazione il congresso PD e le proposte che verranno avanzate. Nel frattempo Letta prenda posizione e modifichi la situazione politica attuale e gli equilibri di potere, altrimenti meglio le urne.

Berlusconi condannato, adesso il problema è anche del PD

  Cosa significa, al di là dell’aspetto prettamente giudiziario, la condanna a sette anni di Silvio Berlusconi e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici? Dal mio punto di vista ci troviamo davanti all’affermazione del principio supremo che campeggia in ogni tribunale italiano “la legge è uguale per tutti”. Naturalmente è un’affermazione dei valori fondamentali della nostra Repubblica e della nostra democrazia.…

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