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Dati vecchi e destabilizzanti. Il declassamento dell’Italia da parte di Standard & Poor’s è una decisione basata su dati del passato e non considera le azioni avviate dal governo. E’ stata netta la replica del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, al downgrade a BBB dell’Italia stabilito dell’agenzia di rating.

L’ex direttore generale di Bankitalia ha quindi tentato di calmare le acque, e i mercati, garantendo il rigore nella gestione dei conti pubblici e una decisione veloce sulla questione Imu, la cui eventuale abolizione è stata considerata da S&P una delle causa del downgrade.

La replica di Saccomanni a S&P

“Come in precedenti casi – ha detto Saccomanni – la decisione appare basata su un’estrapolazione meccanica su dati del passato, con una minima o nulla considerazione delle misure già prese o in considerazione”. Per l’Italia resta la necessità di “tenere la barra ferma sul risanamento delle finanze pubbliche”, ha sottolineato Saccomanni. Alla fine – ha aggiunto – quello che conterà sarà la decisione dei risparmiatori che investono nel nostro paese”.

Il nodo Imu

Per l’Imu è necessario trovare una soluzione condivisa e “rimuovere” così dal dibattito politico una questione che crea “apprensione e incertezza”per famiglie e risparmiatori. Secondo Saccomanni, “è di interesse primario per l’economia rimuovere dal dibattito politico una questione che non può più essere fonte di apprensione e incertezza per famiglie e investitori”. “Il governo – ha aggiunto il ministro – ha chiesto tempo per affrontare la materia in modo ponderato, per trovare soluzioni ampiamente condivise da tutta la maggioranza. La mia posizione personale non si è discostata di un millimetro da questa linea”.

I segnali di ripresa

E guai ad accusare il governo di immobilismo. Quelle prese finora dal governo “sono misure ponte in attesa di misure strutturali e della ripresa economica di cui si cominciano a vedere i primi segnali”. Saccomanni ha spiegato che sul fronte dei consumi “si iniziano a vedere segnali di stabilizzazione”. Gli stessi consumi delle famiglie che, secondo l’Istat, nel 2012 hanno registrato un calo nominale del 2,8% rispetto al 2011.

Il regime fiscale per i crediti bancari in perdita

Ma il governo sta valutando anche una revisione del regime fiscale sui prestiti in perdita delle banche. “Una revisione del regime fiscale dei crediti non performing del sistema bancario è all’attenzione prioritaria del governo. Si stanno valutando tutte le opzioni idonee a contemperare la necessità di eliminare le penalizzazioni derivanti dalla vigente disciplina con un’ineludibile rispetto dei vincoli di bilancio”, ha sottolineato Saccomanni.

La riforma dell’azionariato in Bankitalia

Il governo è poi disponibile a discutere di una revisione delle norme sull’assetto dell’azionariato della Banca d’Italia. “Il governo – ha detto – è disponibile in tempi brevi, di concerto con la Banca d’Italia e la Bce, ad affrontare il problema dell’assetto proprietario della banca centrale. È un tema delicato che va affrontato nella prospettiva dell’unione bancaria”.

Nell’intervento all’assemblea il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha sottolineato infatti che le banche sono interessate “al definitivo superamento dell’inammissibile legge italiana del 2005 (di dubbia costituzionalità) che puntava a nazionalizzare l’azionariato della Banca d’Italia, di cui auspichiamo la revisione e l’aggiornamento del vecchio impianto nato alla fine degli anni Trenta”.

Imu, Iva, rating e assetto Bankitalia. Il Saccomanni pensiero

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