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Perché la Giustizia in Italia non funziona?

Perché i Giudici debbono applicare le leggi e le leggi sono troppe, fatte male e fatte da troppe differenti autorità.

Legiferano lo Stato, le Regioni, poi ci sono regolamenti provinciali e comunali. È una giungla inestricabile.

Ma il fatto più grave, in materia giuridica è questo: nei Paesi anglosassoni:

“In the exercise of his rights and freedoms, everyone shall be subject only to such limitations as are determined by law”:

“TUTTO È LECITO SALVO QUANTO ESPRESSAMENTE PROIBITO”
mentre in Italia:

“TUTTO È PROIBITO, SALVO QUANTO ESPRESSAMENTE AUTORIZZATO”

È una differenza assolutamente devastante e su questo si basa il potere paralizzante della burocrazia.

E la degenerazione della politica e la corruzione traggono alimento da questa gravissima differenza.

Per anni si otteneva il “permesso di fare” pagando le dovute “mazzette sia ai politici che alla burocrazia.

E’ triste, passando davanti al Palazzo di Giustizia di Roma, vedere tante statue di giuristi dell’antica Roma, sapendo che abbiamo totalmente dimenticato la regola fondamentale del diritto romano:

“LEGES SINT PAUCAS, CLARAS, COGNITAS; IGNORANTIA LEGUM NON EXCUSAT”;

“Le leggi siano poche, chiare e conosciute; l’ignoranza della legge non scusa”.

Non è solo colpa della Magistratura se è difficile ottenere giustizia e se i cittadini debbono districarsi in un sistema che il comune cittadino spesso non sa interpretare.

La mancanza di chiarezza nelle regole da rispettare fa del cittadino “un suddito della politica e della burocrazia”.

La conclusione potrebbe essere questa: Se le leggi sono fatte male, se le leggi che regolano i processi sono complicate.

“I MAGISTRATI NON SONO I SOLI RESPONSABILI DI TUTTI I GUAI DELLA GIUSTIZIA”.

Ma c’è un’altra gravissima stortura: si è fatta recentemente una legge sul “FEDERALISMO FISCALE” che permetterebbe di avere risparmi di miliardi nella gestione della sanità pubblica (significa stabilire che una siringa costa la stessa cifra in tutta Italia per fare un esempio) ma la legge è inapplicata perché mancano I REGOLAMENTI DI ATTUAZIONE. Una follia assoluta.

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COME SAREBBE POSSIBILE AVERE PRESTO GIUSTIZIA?

Per molti mesi di primo pomeriggio su RAI 1 e su Rete 4 hanno avuto successo due trasmissioni nelle quali si confrontano due contendenti che esprimono le loro lamentele davanti ad un Giudice che, dopo averli ascoltati, si ritira per un breve tempo e poi emette una immediata sentenza; normalmente la cosa si ripete con due nuovi contendenti.

Sono normalmente contese di poco conto, non sappiamo se siano solo spettacolini combinati ma credo che siano veri i Magistrati che giudicano.

Potrebbe essere il modo di fare funzionare la Giustizia su tanti piccoli casi che intasano la Giustizia Civile.

A questo doveva servire il CONCILIATORE che potrebbe applicare un’altra regola della Giustizia nell’antica Roma: “DE MINIMIS NON CURAT PRAETOR” che significa che: “IL GIUDICE TOGATO NON SI CURA DELLE PICCOLE CAUSE”.

Poi basterebbe inserire una piccola regola per rendere più agile la giustizia civile: “addebitare alla parte soccombente i veri costi dei procedimenti civili”. Credo che tra Giudice, Cancelliere e tutto quanto ruota intorno al processo, sarebbero cifre pesantissime.

Non essendo un servizio alla comunità, come è la giustizia penale, ma un servizio dato a privati, è giusto che i privati lo paghino al costo.

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I PROCESSI PENALI

Nella GIUSTIZIA PENALE, la televisione ci mostra come potrebbe funzionare.

Tutti hanno seguito in TV le trasmissioni di Perry Mason e hanno visto come funziona e come è rapida la Giustizia Penale negli USA.

Il Magistrato inquirente (che in Italia è un Magistrato detto Pubblico Ministero) negli USA non è un Magistrato è l’Avvocato dell’accusa che rappresenta o uno dei 50 Stati o lo Stato Federale (se il delitto ha rilevanza federale) e si presenta sempre, in giudizio, con la formula: “lo Stato XY contro l’imputato”.

Nella fortunata trasmissione di Perry Mason, l’Avvocato difensore può avvalersi dell’opera di uno o più investigatori privati (Paul Drake) per scoprire le verità a favore dell’imputato;

Il Giudice nel processo penale è il “regolatore del corretto funzionamento del processo ” ma non spetta a lui decidere (funzione che spetta alla Giuria di 12 elementi).

Il processo è sempre molto breve (i giurati sono separati dal resto del mondo e ospitati a spese dell’erario -o della parte soccombente- e costano, e quindi i tempi sono necessariamente brevi);

Se l’imputato viene assolto non c’è appello (ha fatto scalpore l’assoluzione di un imputato che poi è stato riconosciuto colpevole) ma vige la regola che “è meglio un assassino in libertà che un innocente condannato”.

Solo in caso di prove inoppugnabili (che dimostrino che un condannato sia effettivamente innocente) si può aprire un processo di revisione.

Vale, in questo caso il vecchio detto latino: “IN DUBIO, PRO REO” ossia “meglio non condannare se non si ha la certezza del delitto”.

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