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La via è stretta, strettissima. Inutile girarci intorno. Nella sua nota di ieri, Giorgio Napolitano ha lasciato pochi margini di manovra. Ma è su quelli che Silvio Berlusconi deve lavorare. Cercare il “lato positivo” delle parole del capo dello Stato. Perché, è lo stesso avvocato del Cavaliere, Franco Coppi, a spiegarlo al Corriere della Sera: “Il presidente ha indicato un percorso per la grazia”. La procedura non lascia spazio alla fantasia ed è disciplinata dall’articolo 681 del codice di procedura penale. Tutto parte da una domanda, che Napolitano ha precisato ieri sera di non aver ricevuto ma che potrebbe arrivare presto sul suo tavolo.

La grazia

Berlusconi e i suoi fedelissimi stanno ragionando sul da farsi. Potrebbero optare per la richiesta anche se al Cav. l’idea di dover riconoscersi colpevole che essa implica peserebbe parecchio. Anche perché è una strada dalla doppia incognita. L’atto di clemenza individuale che il presidente della Repubblica si è detto disponibile a valutare potrebbe infatti incidere sulla pena principale ma non è detto che riguardi anche quella accessoria e cioè l’interdizione dai pubblici uffici. E siccome il punto è “non perdere il leader politico che rappresenta milioni di italiani”, il ritornello che viene dal Pdl, il tema dell’agibilità politica resta tutto.

Decadenza o dimissioni

Un tema che passa necessariamente prima dal voto della Giunta per le Elezioni del Senato per la decadenza dal mandato parlamentare con cui il Cav. dovrà fare i conti già a settembre. Sceglierà di giocare d’anticipo e di dimettersi per il bene del Paese, come gli consiglia oggi Claudio Scajola su Repubblica? Questa è una delle strade percorribili soprattutto visto che se clemenza dovrà arrivare da Napolitano, essa giungerà solo in un clima “di comune consapevolezza degli imperativi della giustizia e delle esigenze complessive del Paese”. E per queste esigenze, il governo Letta non si tocca, il capo dello Stato è stato categorico. Nessun voto anticipato all’orizzonte, Napolitano non lo concederebbe.

Le colombe trionfano

Per questo al Cavaliere conviene rigare dritto, far prevalere nel suo partito la linea della colombe, del low profile, del sostegno all’esecutivo delle larghe intese.

Il riconoscimento della leadership

Un altro passaggio letto come positivo del discorso di Napolitano è che il destino da guida politica di Berlusconi resta comunque nelle mani di Berlusconi e del suo partito. Si tratta di un riconoscimento ufficiale della sua leadership.

No al carcere

E poi dalle parole del capo dello Stato viene del tutto allontanata l’ipotesi, più che altro lo spettro paventato dai Falchi del Pdl, che il loro leader possa finire in carcere. Le “misure alternative” di cui è stato fatto riferimento ricordando il precedente di Arnaldo Forlani sono comunque una prospettiva confortante, soprattutto considerando gli altri procedimenti in cui è coinvolto l’ex premier.

Tutti gli spiragli per Berlusconi

La via è stretta, strettissima. Inutile girarci intorno. Nella sua nota di ieri, Giorgio Napolitano ha lasciato pochi margini di manovra. Ma è su quelli che Silvio Berlusconi deve lavorare. Cercare il "lato positivo" delle parole del capo dello Stato. Perché, è lo stesso avvocato del Cavaliere, Franco Coppi, a spiegarlo al Corriere della Sera: “Il presidente ha indicato un…

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