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Il grosso dell’aggiustamento fiscale l’Italia lo ha già fatto. E per il resto del percorso, bisognerà proseguire ad un passo ragionevole. A sottolinearlo, durante il convegno “Global Perspectives Competitiveness and Growth” organizzato da Advantage Financial presieduta da Francesco Confuorti, è stato Carlo Cottarelli, responsabile del dipartimento affari fiscali dell’Fmi.

L’apertura del Fmi sulla necessità di accompagnare il risanamento fiscale alla crescita viene quindi ribadita oggi, in una fase di relativa tranquillità dei mercati di cui secondo l’economista Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del Consiglio Direttivo della Bce, l’Italia dovrebbe approfittare per attuare le riforme strutturali necessarie. Il governo Letta non perda quindi questo tempo prezioso, richiedendo eventualmente anche i fondi dell’Esm (Meccanismo europeo di stabilità) per la ricapitalizzazione delle banche.

Risanamento fiscale a passo ragionevole

“L’Italia ha già completato il grosso dell’aggiustamento fiscale, insieme alla Germania”, ha detto Cottarelli. A differenza di Italia e Germania “ci sono altri Paesi come la Francia che hanno strada da fare“, ha aggiunto, spiegando che, in linea generale, “la restrizione fiscale continuerà ancora”. “La cosa importante – ha precisato – è che avvenga ad una velocità adeguata. Non bisogna esagerare altrimenti si uccide l’economia”. Secondo Cottarelli infatti “è necessario un aggiustamento fiscale ma ad un passo ragionevole. Le decisioni che guardano ad una maggiore flessibilità da parte delle istituzioni europee sono da giudicare positivamente. E ci si sta spostando da un focus orientato solo sui target nominali ad uno che consideri anche gli aggiustamenti ciclici”.

La sfida italiana

La sfida per l’Italia “è ridurre tassazione e spesa fiscale. L’aspetto importante però, secondo l’economista del Fmi, è “distinguere tra buona e cattiva spesa pubblica. C’è una spesa in investimenti e infrastrutture, del resto troppo bassa in Italia, e quella molto importante, per educazione, e poi ci sono i trasferimenti a pioggia alle persone e qui bisogna individuare meglio chi ne ha davvero bisogno”. Certo, “sono state fatte prove di spending review l’anno scorso, ma in Italia non si è ancora capito che su queste riforme, che richiedono anni, serve un accordo bipartisan“.

I compiti del nuovo governo? Secondo Bini Smaghi lo spostamento verso meno austerità da parte è possibile grazie alla situazione di tranquillità “presente nei mercati finanziari, che prima o poi finirà. Bisogna quindi usare il tempo che abbiamo in maniera ottimale attuando riforme strutturali che aumentino la produttività e incoraggino gli investimenti, o i mercati torneranno a concentrarsi sull’Italia”.

La fiducia nell’euro

Ma come rendere stimolare la competitività? “Bisogna restaurare la fiducia nell’euro, promuovere degli aggiustamenti fiscali, ribilanciare la crescita, e il tutto convivendo con l’ambiente esterno.
“La fiducia nell’euro deriva dal fatto che ormai i rischi che alcuni Stati membri escano dall’eurozona sono più bassi per una serie di ragioni, come l’azione della Bce e il messaggio ‘Faremo il possibile’ lanciato a metà 2012 dal governatore Mario Draghi, anche si si tratta di un meccanismo che prevede criteri di condizionalità precisi. Ci sono stati poi dei progressi istituzionali – ha sottolineato Bini Smaghi -. Alle elezioni la Grecia ad esempio, il Paese che si è avvicinato di più all’uscita dall’euro, ha scelto un governo a favore di Bruxelles. E la visita della cancelliera tedesca Merkel ad Atene ha mostrato senz’altro un cambio di atteggiamento anche da parte di Berlino”.

L’aggiustamento fiscale

L’adjustment fiscale? “Farlo in periodo di crisi economica è senz’altro molto difficile, ma bisogna creare le condizioni per ottenere un ambiente ottimale, promuovendo ad esempio le riforme che incentivano gli investimenti da parte delle imprese“. E secondo Bini Smaghi il fiscal adjustment è molto più doloroso quando le riforme non sono implementate, come in Italia. “La prima fase del governo Monti è stata incentrata sul Salva Italia, e quando è arrivata la seconda fase, quella delle riforme strutturali, la pressione dei mercati era già scesa, aspetto che ha fatto sì che ancora oggi si sia fatto poco su questo tema. Se non si usa il tempo per fare le riforme, i mercati capiranno che lo stiamo buttando via. E bisognerebbe muoversi ora che i mercati sono tranquilli“.

Crescita dell’eurozona e adeguamento ai trend economici internazionali

Il gap di produttività e crescita tra i Paesi dell’eurozona non è una novità, e secondo Bini Smaghi “un deprezzamento dell’euro aiuterebbe l’aggiustamento del Sud Europa nei confronti del Nord“.

Ma per risolvere i problemi dell’eurozona secondo Bini Smaghi bisogna tenere conto anche dell’ambiente economico internazionale. Per la Bce “è più difficile condurre politiche di QE (Quantitative Easing – allentamento monetario) rispetto alle altre banche centrali che si stanno mostrando aggressive nel resto del mondo. E l’Europa, del resto, è più bancocentrica rispetto ad altri istituti centrali perché i suoi provvedimenti chiave si basano sulla trasmissione del sistema bancario, ma non arrivano all’economia reale come succede negli altri Paesi perché il meccanismo bancario è bloccato”. Bisogna quindi avere delle “banche sane attraverso la ricapitalizzazione”, e secondo l’economista una soluzione in questo senso potrebbe essere anche quella dell’intervento pubblico diretto come già successo negli Usa, anche se si tratterebbe di una “scelta politicamente difficile” in Europa.

La ricapitalizzazione bancaria e Basilea

D’altra parte, “se vogliamo evitare nuove crisi le banche devono essere più capitalizzate del passato, e in questo senso l’accordo di Basilea risulta necessario. Il problema però è la transizione verso una sua piena implementazione. Serve un riconoscimento delle perdite fatto per bene e se serve più capitale bisogna trovare una soluzione transitoria”. Per evitare il circolo vizioso che si instaura tra mercati e sistema bancario secondo Bini Smaghi bisogna fare “un intervento di pulizia molto drastico”.

Il ricorso all’Esm

”L’Italia dovrebbe fare richiesta di un programma di aggiustamento e utilizzare i fondi Esm (meccanismo di stabilita’ europeo) per ricapitalizzare il sistema bancario”. Quanto alla possibilità che questo avvenga, secondo Bini Smaghi ”è una questione di orgoglio nazionale, ma se guardiamo all’orgoglio…”

Caro Letta, la crescita riparte così. Parola di Cottarelli (Fmi) e di Bini Smaghi

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