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Stop alle trattative. A essere saltato è il tavolo per l’accordo di Dexia con il gruppo finanziario Gcs Capital per la cessione delle attività di asset management. La banca franco-belga aveva annunciato lo scorso dicembre l’avvio di negoziazioni con il fondo asiatico e il raggiungimento di un accordo per la cessione di Dexia Asset Management (78 miliardi circa la massa gestita a fine 2012) per un importo stimato di 380 milioni di euro circa. E lo stop rappresenta ora un problema per il gruppo franco-belga.

Il termine del 30 luglio

“Dexia – spiega un report riservato del Servizio studi e Ricerche Intesa Sanpaolo del 26 luglio  – non ha spiegato i motivi della rottura delle trattative e ha precisato, tra l’altro, che Gcs ha in realtà tempo ancora qualche giorno, fino al 30 luglio, per adempiere alle proprie obbligazioni contrattuali. Nel caso, piuttosto probabile, che l’operazione non si chiuda, Dexia ha comunicato che resta impegnata a trovare un acquirente per Dexia Asset Management”.

Il piano di cessioni concordato con Bruxelles

La vendita di tale unità di business, prosegue il commento di Intesa, “rientra nel piano di cessione degli attivi concordato con la Commissione europea a fine 2012. La mancata implementazione delle cessioni rappresenta un problema per il Gruppo, anche se di fatto il piano sta procedendo in modo abbastanza ordinato. L’ultima operazione riguarda la vendita di Sofaxis: l’importo della transazione è piuttosto modesto (136 milioni di euro) e l’operazione avrà un impatto limitato sui conti del Gruppo”, conclude.

I fronti aperti di Dexia dopo il no degli asiatici di Gcs Capital

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