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Cambiare modelli e schemi per puntare al futuro. Questa la definizione migliore che si può della “rivoluzione energetica” per come se n’è parlato oggi al Festival dell’energia, la kermesse promossa da Aris e da ItaliaCamp che oggi chiude i battenti alla Luiss a Roma.

Al centro del processo di “revolution energy”, l’innovazione. E sembra che l’Italia, in base ai dati di Legambiente, già ne faccia parte. Inconsapevolmente, forse.

La rivoluzione verde

Nel nostro Paese – spiega l’associazione – ci sono 600 mila impianti da fonti rinnovabili distribuiti in 7.970 comuni, pari al 98% dei centri. Nel 2012 le fonti pulite hanno coperto il 28,2% dei consumi elettrici italiani, e il 13% di quelli complessivi. Dal 2000 ad oggi ben 47,4 TWh (Terawattora) da fonti rinnovabili si sono aggiunti ai “vecchi” impianti idroelettrici e geotermici. E l’autoconsumo prova a fare passi importanti: la generazione distribuita ridisegna infatti lo scenario energetico del nostro Paese.

La politica resta indietro

Eppure lo scenario del “novecento” non sembra volersene andare del tutto (come le grandi centrali) di fronte a “una realtà che si ispira a un modello alternativo”. Ci sono dei punti in sospeso, come: investire in accumuli di stoccaggio, per superare la fragilità della distribuzione; investire nelle reti; risolvere i nodi normativi (specie sulla possibilità di autoprodurre energia e venderla); naturalmente, rivedere fiscalità e incentivi. Dallo scenario dipinto e dalla “voglia” di rinnovabili degli italiani, il nostro Paese sembra pronto, con idee e intuizioni che superano le forme con cui la politica vorrebbe seguire il fenomeno.

Enel, l’Italia nel futuro

Per Francesco Starace, amministratore delegato di Enel green power, “l’espansione della fonte rinnovabile ha superato le aspettative: l’Italia è uno dei cinque Paesi europei che riuscirà a rispettare gli obiettivi al 2020. Rispetto ad altre realtà, noi siamo il futuro’’. E anche se in modo “disordinato, stiamo affrontando dei temi che non ha affrontato ancora nessuno”. Starace ricorda come questo sia uno dei settori in cui è necessario investire di più in ricerca: “Trovare le combinazioni migliori, originali, l’equazione che consente di bilanciare domanda e offerta, è la frontiera della ricerca”.

Le reti intelligenti

Le rinnovabili pongono però delle sfide soprattutto per la distribuzione, e anche per i cittadini. Per il direttore generale di Federutility, Adolfo Spaziani, “tra gli elementi caratterizzanti una distribuzione smart c’è il coinvolgimento degli utenti attivi della rete, con un sistema di comunicazione con i clienti finali, attraverso segnali di prezzo il più possibile aderenti ai corrispettivi di mercato”. Incrementare il grado di consapevolezza dei clienti finali sulle loro caratteristiche di consumo e la loro partecipazione attiva al mercato consente al sistema dei benefici, che vanno da una maggiore sicurezza delle forniture a minori costi delle infrastrutture e un ridotto impatto ambientale. Le sfide del prossimo futuro vedranno quindi il ruolo centrale dei gestori delle reti elettriche.

Le città che saranno

Questo è tanto più importante per le città.

Le smart grid – spiega il direttore generale di Federutility – costituiscono “l’infrastruttura essenziale per ridisegnare il ruolo della città e renderla competitiva rispetto a sfide irrinunciabili quali la promozione della mobilità elettrica, la partecipazione (in maniera indiretta) dei clienti finali al mercato elettrico e dell’integrazione dell’Information technology nel campo energetico”. Le tecnologie risiedono nelle città, è li’ che si consumano i tre quarti delle risorse e c’è il potenziale più alto di efficienza.

Barcamp, i progetti di domani 

Integrazione, recupero degli sprechi e ottimizzazione delle risorse. Tutto per una migliore gestione. Questo lo spirito che ha unito le idee portate al Festival dell’energia in una “piazza” che per qualche ora ha ospitato le idee del futuro dell’energia, il Barcamp.

I progetti presentati e discussi in questa sessione convergono idealmente verso sistemi di misurazione e previsione della produzione energetica e sistemi integrati di recupero energetico. Si va dalla possibilità di prevedere con un giorno di anticipo la quantità di energia fotovoltaica immessa in rete al recupero di energia dal movimento, dalle barriere acustiche che recuperano energia ai sistemi per facilitare il ritrovamento delle colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Ma gestione dei corsi d’acqua e sistemi integrati per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tra le novità, ha suscitato interesse la possibilità di poter prevedere l’energia, quella da usare e quella da risparmiare. In chiave di riduzione degli sprechi ed efficienza, infatti, la misurazione e il controllo. E, guardando di qualche anno in avanti, i passi della tecnologia arriveranno a non farci accorgere di quanto razionali, energeticamente parlando, siamo diventati.

La rivoluzione energetica per l'Italia è già cominciata

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