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La tentazione di legare la sparatoria di Palazzo Chigi al populismo anticasta è alta. Ma l’antiparlamentarismo è qualcosa che viene da lontano e non coinvolge solo l’Italia. In una conversazione con Formiche.net, Sergio Soave, notista politico, saggista ed editorialista del Foglio, di Avvenire e di Italia Oggi, commenta il gesto di Luigi Preiti svincolandone le ragioni dal pensiero dominante sui giornali italiani per offrire un’inedita chiave di lettura.

LA CRISI ECONOMICA? NON C’ENTRA
Per Soave, i problemi di lavoro dell’attentatore, richiamati da molti commentatori, non rappresentano la molla che ha fatto scattare gli spari.
Non penso che il gesto di Preiti sia particolarmente legato alle sue difficoltà. Chi ha problemi reali, in genere cerca soluzioni reali, rivolgendosi a partiti tradizionali, a sindacati, a chi compie delle scelte. Chi fa queste azioni eclatanti, spesso è più motivato da un’insoddisfazione generale nei confronti della propria vita”.

RIFORMARE LE ISTITUZIONI
Eppure, la politica negli ultimi anni s’è dimostrata carente proprio in ciò che le è richiesto: operare delle scelte, decidere. “Vero, ma ha più a che vedere con l’impianto generale dello Stato, che va riformato, perché non consente ai politici di lavorare con maggiore concretezza. Rinnovare le Istituzioni e consentirgli di funzionare costituirebbe un argine contro la violenza generata dall’anarchia”.
C’è bisogno – rileva Soave – di agire in modo deciso, ponendo fine anche a una sorta di antipolitica nella politica, ad esempio come quella della Presidente della Camera Laura Boldrini, che chiedendo di muoversi contro la disperazione della mancanza di lavoro non solo fa una specie di “giustificazionismo sociologico”, ma parla e opera come se i politici fossero gli altri”.

L’ANTIPARLAMENTARISMO NON L’HA INVENTATO GRILLO
Crisi economica o no, è opinione comune – nel mondo dell’informazione e non solo – che l’attentato di Preiti e la “caccia al politico” si siano sviluppati nell’humus del populismo anticasta degli ultimi anni. Alcuni hanno chiamato in causa Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle, ma tornando indietro ci sono altri esempi, da Silvio Berlusconi in poi. “Non credo che ci sia un nesso tra l’episodio e il grillismo, e nemmeno con Berlusconi nel ’94. La verità è che io non ricordo una fase nella quale per una ragione o per un’altra non ci siano state nella società italiana delle pulsioni antiparlamentari. Mi vengono in mente Giosuè Carducci e Gabriele D’Annunzio, ma anche il “cornutacci e forchettoni” di Gian Carlo Pajetta e la questione morale di Enrico Berlinguer. L’antiparlamentarismo in Italia non è affatto un fenomeno inedito. E a ben vedere – conclude Soave – non è nemmeno soltanto italiano: Occupy Wall Street e gli Indignados che assediano il Parlamento spagnolo ne sono un esempio”.

L'attentato di Palazzo Chigi non nasce dal grillismo

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