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Una federazione di forze liberalriformatrici capaci di dialogare e di presentarsi (unite?) all’appuntamento elettorale con le europee del 2014. Continua il dibattito sugli obiettivi dell’associazione montezemoliana Italia futura alla quale, dopo il risultato elettorale non soddisfacente legato a Scelta civica, lo stesso leader Luca Cordero di Montezemolo chiede oggi di riprendere la “strada maestra”. Ne abbiamo parlato con il deputato di Scelta Civica e coordinatore pugliese di Italia Futura, Salvatore Matarrese.

Dopo l’editoriale di ieri vergato a quattro mani da Luca di Montezemolo e Nicola Rossi si apre il dibattito sul futuro di IF: molti dirigenti chiedono un’operazione coraggiosa. E un passo indietro rispetto a Scelta Civica?
Innanzitutto quel corsivo sottolinea la nostra natura, un luogo di pensiero politico, di cittadinanza attiva e di sollecitazione del Paese a trovare una strada innovativa e diversa. E conferma il supporto di alcune risorse di Italia futura, come il sottoscritto, che si trovano impegnate direttamente nell’esperienza politica. Non credo, inoltre, al passo indietro di Scelta Civica. Intendiamo mettere assieme tutti i propositi di IF all’interno di Scelta civica e portare avanti con maggior rigore le istanze di cambiamento e di riforma del Paese. Penso sia questo il vero atto di coraggio.

Quanto spazio c’è per dialogare con le forze riformatrici italiane, come Fare per fermare il declino?
Moltissimo. Anzi, credo sia giunto il momento, anche sulla base dell’esperienza maturata da Sc con l’impegno diretto nella politica, di unire il più possibile tali forze in quanto hanno una base comune: riformare le infrastrutture del Paese, intervenire con decisione nei punti critici, bypassando la politica del passato in tutte quelle azioni che hanno condotto allo status quo attuale.

L’orizzonte, guardando alle elezioni europee del 2014, può essere una federazione di forze liberali?
Me lo auguro davvero, certificherebbe un ulteriore rafforzamento della nostra proposizione in chiave elettorale.

Da pochi giorni anche il Pd ha cambiato timoniere: ci sono i margini per un’interlocuzione riformatrice con il nuovo corso di Epifani?
Non credo che quel tipo di dialogo dipenda dalle singole persone, i problemi sul tavolo del Pd sono molto più vasti e distribuiti all’interno della loro compagine. Difficile ritenere che una singola persona possa mutare una linea politica in maniera determinante. Se poi parliamo di un buon ripensamento tra i democratici, allora è un’altra cosa e credo ve ne sia il bisogno.

Come stimolare concretamente progetti e azioni su liberalizzazioni e Irap, le due richieste dell’elettorato liberalriformatore?
Non perdendo terreno all’interno delle commissioni di Camera e Senato anche grazie alla partecipazione delle singole competenze nelle commissioni, penso al decreto legislativo 35. Ciò dimostra che quando gli individui sono a conoscenza delle problematiche, in quanto le vivono in prima persona, riescono poi a portarle all’esame della politica. Per cui dal momento che quelle spinte liberalriformatrici sono nel dna di Scelta civica, sarà anche grazie alla maggior operatività che intendiamo offrire che riusciremo a portare a termine quegli obiettivi.

Come la riforma del lavoro avanzata da Ichino e Tinagli?
Quello è un terreno strategico e prioritario. Però io dico che, al di là dei provvedimenti sull’occupazione, indispensabili e necessari sia chiaro, per dare lavoro occorre dare opportunità alle imprese. Quindi ricondurre il Paese agli investimenti, favorire la realizzazione di grandi e piccole opere, rimettendo in piedi un ciclo economico che si può riattivare solo grazie a investimenti che lo Stato può essere in grado di favorire anche grazie ai 40 miliardi “liberati” dal governo Monti. Il lavoro viene dagli investimenti e non dalle leggi.

Magari partendo da un raddoppio ferroviario che al sud è ancora una chimera…
Il meridione ha ancora tanto da chiedere. La mia regione, la Puglia, da decenni è in attesa dell’alta capacità ferroviaria Bari-Napoli. Non capisco perché, ad esempio, anche la dorsale adriatica sia fuori dall’alta velocità: così il nostro territorio viene allontanato dalla fruibilità turistica.

twitter@FDepalo

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