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Nervi tesi in casa Apple. Le preoccupazioni degli azionisti sul calo dei guadagni sono state aggravate dai bassi risultati di un fornitore e dalle critiche, quelle invece crescenti, dei media cinesi. Cupertino la prossima settimana annuncerà i dati del primo trimestre, che, secondo gli analisti di Wall Street, potrebbero segnalare la prima inversione di tendenza degli ultimi dieci anni. E non solo, il pessimismo degli Apple watchers, in realtà, si estende all’intero anno.

Il calo della quotazione a Wall Street

La prospettiva di uno stop alla crescita del gruppo, sottolinea il Financial Times, ha pesato sulle quotazioni della Mezza Mela. Per pochi istanti il titolo Apple è scivolato sotto quota 400 dollari arrivando a livelli toccati il 23 dicembre del 2011 a 398,11 dollari. La causa? L’allarme lanciato da Cirrus Logic, uno dei principali fornitori del produttore di iPhone e iPad. Le azioni hanno perso circa il 40% del loro valore dal picco di 702 dollari toccato a settembre.

Zero prodotti nuovi

Ma gli ultimi crolli sono arrivati insieme ai report che mostravano un rallentamento nel lancio di nuovi prodotti. Gli esperti infatti avevano previsto la presentazione al mercato di una versione aggiornata dell’iPad a marzo o aprile. Gli annunci? Zero. E nonostante i report secondo cui fornitori di Apple si starebbero preparando per un nuovo iPhone a giugno, per gli analisti di Wall Street non c’è da aspettarsi aggiornamenti almeno fino a settembre, lasciando la prima metà del 2013 senza difese dall’attacco dei competitor.

I contrasti con gli azionisti sul dividendo

Ma i problemi sono anche dentro casa. L’ad di Apple, Tim Cook, deve ancora decidere se aumentare il dividendo agli azionisti, dopo aver promesso di considerare maggiori payout. Un annuncio che gli analisti attendono la settimana prossima. Una decisione che non arriva in un momento felice. Negli scorsi giorni Morgan Stanley ha tagliato le sue previsioni di vendita per l’iPhone per il trimestre a 33 da 37 milioni di smartphone e annunciato che la debolezza del titolo proseguirà.

Perché Apple non è più la (mezza) mela d'oro

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